In solidarietà a chi lotta nelle campagne, chi distrugge i CPR e chi sfugge alla violenza delle frontiere

Il CPR ( centro di permanenza per il rimpatrio) è una prigione per le persone che non hanno il documento “giusto” o che hanno ricevuto un provvedimento di espulsione dal territorio italiano.

Le storie di violenza e situazioni terribili all’interno dei Cpr sono tantissime, mancanza di assistenza sanitaria, isolamento, botte e umiliazioni di ogni tipo sono la normalità all’interno di questi luoghi.
Da più di vent’anni questi Lager sono attivi nel nostro paese, accettati e sostenuti da tutti i governi di destra e di sinistra che si sono alternati negli anni. In questi vent’anni però sono innumerevoli e continue le proteste delle persone che finiscono chiuse in questi luoghi.
Proteste individuali, rivolte collettive, fughe, resistenze alle espulsioni, danneggiamenti e incendi hanno portato, più volte, alla chiusura parziale o totale di queste prigioni.
Poco più di un anno fa il CPR di Torino è stato chiuso grazie al coraggio dei ribelli che hanno deciso di distruggere la gabbia in cui si trovavano rinchiusi, dando fuoco all’edificio, rendendolo inagibile. Grazie a quella lotta, nessuna persona è stata rinchiusa e deportata dal cpr di corso Brunelleschi a Torino per più di un anno.
Oggi sappiamo che il cpr di Torino è in ristrutturazione e la riapertura è fissata per il 1 novembre 2024. Per quanto riguarda il Piemonte quel periodo coincide con la fine della stagione della raccolta nelle campagne, dove
centinaia di persone sfruttate lavorano con salari da fame e in condizioni terribili, per arricchire le tasche dei vari imprenditori di vino e frutta. Quando finisce il lavoro nelle campagne inizia quello della polizia e delle varie questure che si attivano per “ripulire” alcune zone della città a
caccia delle persone senza documento, distribuendo fogli di via, provvedimenti di espulsione e fermi.
La detenzione amministrativa e i Cpr sono strumenti di controllo e repressione delle persone sul territorio senza documenti e una minaccia per tutti gli sfruttati e le sfruttate che diventano così ricattabili.
Opporsi e lottare contro la riapertura del CPR di Torino e la macchina delle espulsioni che alimenta, è giusto e necessario, perchè non ci sarà mai libertà per tutti e tutte finché un pezzo di carta con il timbro di un ministero avrà il potere di decidere sulla vita delle persone.

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