CIAO PAOLO

Ieri, lunedì 20 luglio, Paolo Finzi, fondatore di “A-Rivista Anarchica”, se n’è andato e lo ha fatto volontariamente.

Come Laboratorio Autogestito la Miccia, abbiamo conosciuto Paolo nel gennaio del 2019, in occasione della presentazione al Diavolo Rosso del libro da lui curato su Fabrizio De Andrè: “Che non ci sono poteri buoni”. Prima dell’evento – riuscitissimo per partecipazione e interesse – avevamo passato un bellissimo pomeriggio di conoscenza reciproca.

Ci eravamo rivisti a Firenze in occasione della 9° Vetrina dell’editoria anarchica ed eravamo rimasti in contatto per la distribuzione del giornale e per l’organizzazione di un evento sul tema dell’antiziganismo e del Porrajmos, tematiche a lui e a noi molto care.

Da questi sporadici ma più che significativi incontri ne avevamo tratto le stesse impressioni riportate in queste tristi ore dai suoi “compagni di rivista”: l’impressione viva di un “maestro di anarchia e di etica, di dialogo e confronto, di un uomo brillante, intelligente, sensibile e gentile”.

Nato a Milano nel 1951 da famiglia antifascista, Paolo Finzi diventa militante anarchico giovanissimo e, nel marzo del 1968, conosce Giuseppe Pinelli. Il 12 dicembre 1969, quando avviene la strage di piazza Fontana, è il più giovane tra gli anarchici fermati dalla polizia insieme allo stesso Pinelli che poi morirà, precipitato da una finestra della Questura di Milano.

Nel 1971 Paolo partecipa alla fondazione della rivista anarchica “A”, la prima in Italia, in ordine alfabetico. Risale al 1974 la sua amicizia con Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi. Dopo la morte del cantautore genovese curerà dossier, cd e dvd su di lui e a lui dedicati. Parallelamente a questo terrà centinaia di conferenze su: pensiero anarchico, strage di stato, antifascismo, Spagna ’36, Errico Malatesta, rom e sinti. L’ultimo lavoro da lui curato è stato: “Farò del mio peggio. Cronache anarchiche a fumetti”, una raccolta di strisce di Anarchik, personaggio creato da Roberto Ambrosoli.

Con Paolo se ne va un pezzo importantissimo dell’anarchismo italiano. Di lui ci rimarrà per sempre l’esempio di un uomo capace di ascolto e di rispetto profondo e sincero. Un individuo di grandissimo profilo intellettuale e umano: una vita di navigazione, in direzione ostinata e contraria, verso un posto che si chiamasse “anarchia”.

LABORATORIO AUTOGESTITO LA MICCIA
CENTRO DI DOCUMENTAZONE LIBERTARIO “FELIX”

Ai fascisti neanche un sottopasso!

Esattamente un anno fa abbiamo partecipato al primo Pride cittadino, e lo abbiamo fatto in modo provocatorio e dissacrante. I contenuti che abbiamo voluto portare all’interno del Pride riguardavano anche una critica alla delega delle lotte, che una volta entrate nel carrozzone della politica istituzionale diventano per forza oggetto di compromesso e trattativa politica.

Noi pensiamo che per costruire percorsi concreti verso una società fatta di individu* liber* ed ugual* si debba agire tramite l’ azione diretta, l’autogestione e l’autodeterminazione.

Delegare, scendere a compromessi con la politica di palazzo, sperare in una legge che migliori le nostre condizioni di vita, non porterà alla liberazione delle corpe oopresse da questo sistema cis-etero-patriarcale!

Oggi la stessa amministrazione che ha patrocinato il Pride pretende che l’associazione Asti Pride spartisca il medesimo spazio con i fascisti. Proprio per questo oggi 06 luglio saremo in piazza Marconi alle 17:30 per ribadire con chiarezza che “ai fascisti neanche un sottopasso”, vi vogliamo fuori dalla nostra città, fuori da ogni spazio!

⁺*・༓☾ Chiacchierata Transfemminista ☽༓・*⁺

DOMENICA 19 LUGLIO H 18.00 @ Area verde Sebastiano Scirè Risichella – Asti

Vol. V – TRANSFEMMINISMO INTERSEZIONALE: RIFLESSIONI SULL’ALLEANZA TRA ISTANZE FEMMINISTE E LGBTQIA+

Il mese del pride è appena passato, e quest’anno il Pride istituzionale si è svolto online.

Lo svolgimento online della manifestazione garantisce che solo chi è già interessatx vi partecipi. Rivendicare uno spazio pubblico invece, in modo indecoroso, gioioso, e sì, sfacciatamente carnevalesco, è oggi più che mai fondamentale – in questa come in altre lotte.

La presa di posizione dell’amministrazione nel voler dividere il progetto di riqualificazione del sottopasso tra Asti Pride e i fascisti è un esempio più che mai palese del modus operandi istituzionale, dal quale possiamo trarre una semplice constatazione: libertà e autodeterminazione non ci verranno regalate, vanno conquistate e presidiate, giorno dopo giorno.

Sentiamo parlare di razzismo al contrario, di eterofobia, di sessismo inverso e nazifemminismo, di fascismo degli antifascisti: tutti segnali di una reazione al cambiamento che le lotte antirazziste, femministe e LGBTQIA+ portano nella società, segnali che ci dicono che chi detiene certi privilegi non vuole rinunciarvi. Questo è soprattutto il momento di stringere alleanze, di ascoltare le voci che ci arrivano da chi lotta accanto a noi ed essere megafono di quelle voci, di prendere parola e occupare lo spazio pubblico.

Ci piacerebbe davvero molto chiacchierare di tutto questo, di come queste cose impattano sulle nostre vite, di come queste istanze ci siano passate accanto invisibili. Siamo dell’idea che nessunx nasce imparatx, pertanto sarà anche un’occasione di confronto e di formazione: non esistono domande stupide!

Rispetto alle altre chiacchierate, questa volta vorremmo partire da regole condivise da tuttx sullo spazio di parola, per cercare di autogestirci nel modo più inclusivo possibile. Queste sono le nostre proposte, se ne avete altre comunicatecele 🙂

Ne discuteremo brevemente prima di iniziare per assicurarci che siano condivise e rispettose di tuttx le persone che parteciperanno:

♡ Nel rispetto di tutte le individualità, non diamo per scontato il genere e il pronome da assegnare allx nostrx interlocutorx.
♡ Cerchiamo di gestire i tempi nel rispetto di tuttx soprattutto se siamo in tantx.
♡ Cerchiamo di non interrompere e non parlarci addosso.
♡ Tuttx devono poter parlare se lo desiderano, ci sarà quindi una moderatrice che darà parola a chi la chiede.
♡ Ricordiamo che questa è una chiacchierata inclusiva.
♡ Toccheremo certamente argomenti che ci accendono, ma cerchiamo di non dirigere rabbia e indignazione verso lx altrx partecipanti alla chiacchierata.

La chiacchierata sarà all’aperto e manterremo le distanze necessarie a garantire a tuttx la partecipazione in modo sicuro. Porteremo qualche sedia, ma se puoi portati uno sgabello, o una coperta da mettere a terra.

Aperto a tuttu gli esseri umani di ogni genere, orientamento, età, forma e colore. Venite numeros* a portare le vostre esperienze e curiosità, domande e risposte, libri da consigliare, letture, canzoni, anche solo ad ascoltare e passare un pomeriggio piacevole e un po’ diverso!

♡♡♡ Ricordiamo che L.A. Miccia è uno spazio libero e antisessista: fasci, machi, bulli, omofobi, transfobici e razzisti non sono benvenut*. ♡♡♡

Dio Patria Famiglia – Che vita di merda!

Il 6 luglio l’associazione Asti Pride avrebbe dovuto inaugurare un’opera murale: le scale del sottopasso della stazione ridipinte da una parte con l’arcobaleno, e dall’altra con un’opera dell’artista astigiano Matteo Bisaccia che avrebbe rappresentato il Pride dell’anno scorso. Un’iniziativa artistica per lasciare una traccia del lavoro delle associazioni LGBT cittadine, del Pride 2019 e sicuramente rappresentativa di una larga fetta dellx astigianx che seguono e sostengono questa associazione.

L’amministrazione cittadina tuttavia ha ritenuto di dover bilanciare questi ideali inclusivi con il buon vecchio ultranazionalismo fascista.

Fascista, sì, chiamiamo le cose con il loro nome.

All’ultimo momento infatti Asti Pride ha scoperto che il sottopasso sarebbe stato concesso anche all’associazione Sole che Sorgi, che avrebbe “decorato” la propria metà con tricolori. Una “associazione storico culturale” sconosciuta, che non sembra aver mai fatto alcunchè ad Asti e che vuole essere considerata associazione culturale e non politica, secondo le dichiarazioni del presidente Franco Chezzi. La loro pagina facebook è però uno sfoggio di riferimenti decisamente politici, e che di fascista hanno davvero tutto: a partire dalla croce celtica impugnata dal cavaliere nel logo, i riferimenti a vittime dei partigiani (a cui il presidente Chezzi risponde con un PRESENTI di nostalgica memoria), gli auguri per il Natale Romano il 21 aprile (festa ufficiale del fascismo istituita da Mussolini nel ’21), gite in cui l’associazione “compatta come un unica Legione” si reca in pellegrinaggio alla caserma in cui Mussolini ha trascorso l’ultima notte prima di essere giustiziato, citazioni del filosofo ed esoterista Evola, firmatario del Manifesto della Razza, teorico del “razzismo spirituale ed esoterico” e della totale sottomissione della donna all’uomo.

Come se non bastasse, il vicesindaco Coppo commenta: “Avrei scelto subito il progetto di quelli che coloreranno il sottopassaggio con la Bandiera Italiana e che hanno una concezione di Dio, Patria e Famiglia ancora come si deve, rispetto agli altri i quali, non rispettando le idee avverse, denotano squadrismo culturale e intolleranza”. Oltre al disinvolto Dio Patria Famiglia di mazziniana memoria, ripreso e sdoganato dal fascismo in più occasioni, ci preoccupa l’uso della retorica dello “squadrismo culturale”, che si inserisce in quella corrente che in nome della “libertà di parola” (o free speech) vorrebbe assicurare visibilità a ideologie che con la libertà non hanno nulla a che fare – e che trova la sua massima espressione nell’alt-right americana. Non si può concedere palco e visibilità a chi lo usa per propagandare discorsi d’odio, di esclusione e discriminazione. Non dobbiamo e non vogliamo avere nessun rispetto per idee fasciste, autoritarie, razziste e sessiste.

In attesa della conferenza stampa, portiamo tutta la nostra solidarietà ad Asti Pride per la decisione di rifiutare di spartire lo spazio pubblico con i fascisti!

Non ci stupisce più di tanto questa giravolta istituzionale, perchè sappiamo bene che le istituzioni funzionano così: a seconda del vento politico e dei rapporti di forza, si arriva a scendere anche ai compromessi più ignobili.

Non chiediamo un passo indietro istituzionale, ma un passo avanti di ogni persona antifascista ad Asti. Riportiamo le lotte dove sono nate: per le strade, in autonomia, libere e in rivolta contro tutto quello che opprime i nostri corpi e le nostre vite. Se non ora, quando?