FURIOSX ! – GIORNATA TRANSFEM

FURIOSə – giornata transfemminista

Domenica 6 marzo dalle 14:30 il boschetto dei Partigiani sarà uno spaziotempo aperto, libero e transfemminista.

Uno spaziotempo in cui ritrovarci, stare insieme e sperimentare.

Uno spaziotempo in cui noi siamo al sicuro, il patriarcato no. Uno spaziotempo in cui il consenso, la solidarietà e la progettualità possano fiorire verso lo sciopero dell’8 marzo.

Non è fantascienza, è autodeterminazione e autogestione!

Vieni per chiacchierare, mettere musica, leggere qualcosa al microfono o ascoltare, ballare, bere qualcosa, rilassarti, cercare nuovi orizzonti, instaurare alleanze per le lotte di oggi e di domani.

Occupiamo questo spaziotempo per occuparci di noi. Siamo furiosə e gioiosə: siamolo insieme!

Mappa: https://www.openstreetmap.org/#map=19/44.90442/8.20092

CHIACCHIERATA TRANSFEMMINISTA – MASCOLINITÀ

28/11/2021 H16:00
al giardino di Piazza San Rocco (se fa troppo freddo o piove, ci si sposta alla Miccia).
Questo mese cadono due appuntamenti importanti: il 20 Novembre ricorre il Transgender Day of Remembrance, in cui si ricordano le persone trans vittime di violenza; il 25 Novembre è invece la giornata contro la violenza sulle donne.La violenza di genere che colpisce donne, persone trans, queer e non binarie è agita in grandissima maggioranza da uomini cisgenere. Perché? È una tara genetica nel cromosoma Y? È la fantomatica “natura” maschile? Nulla di tutto ciò.

La costruzione dell’identità di genere maschile in questa società patriarcale prefigura di per sé l’uso della violenza nel mantenimento del privilegio maschile contro le donne e le persone non binarie.

Non è difficile vedere come la nostra società fornisca fin dalla culla questi modelli patriarcali e disfunzionali di mascolinità.
Fermare la violenza di genere non significa solo imparare a difendersi dalla mascolinità patriarcale e violenta, ma imparare a scardinarla e superarla. Questo non possono essere le donne a farlo: bisogna che siano gli uomini a costruirsi nuovi modelli di mascolinità non patriarcali, non oppressivi e non machisti. Come? Crediamo che alcune pratiche sviluppate nei decenni dalle lotte femministe possono essere utili anche in questa ricostruzione – e liberazione – del maschile dal patriarcato.
<<Come spiega il filosofo femminista Lorenzo Gasparrini nel suo libro “Perché il femminismo serve anche agli uomini” (Eris Edizioni, 2020) “il principale inganno che crea il sistema patriarcale nei pensieri e nei gesti degli uomini è l’illusione della loro libertà, l’idea che il mondo sia a loro disposizione per realizzare i loro desideri, la convinzione di non essere toccati da costrizioni e imposizioni legate al loro genere”.

 
“Questa illusione”, prosegue Gasparrini, “poggia su solide basi: i condizionamenti che fondano la ‘normale’ maschilità, la ‘naturale’ identità maschile. Condizionamenti facilmente riassumibili in quei caratteri stereotipati tipici del maschio alpha: essere sicuri di sé, mostrare di non avere paura di nessuno né del giudizio degli altri; avere spirito combattivo, non arrendersi né lasciarsi andare, mantenere la parola; incarnare una forma di autorità, di potere o di talento”.
 
Questi stereotipi, assimilati fin da piccoli, diventano insegnamenti tossici. Uno dei più invalidanti è che “i bambini, i ragazzi e poi gli uomini non piangono, non manifestano emozioni”.
 
Il privilegio sociale che hanno gli uomini etero rispetto a ogni altro sesso ha quindi un costo non indifferente. Riconoscere che il patriarcato – un sistema di potere che ancora oggi premia soprattutto uomini etero e bianchi – impone e promuove un’idea impoverente di maschilità, se non addirittura castrante quando nega agli uomini un ampio spettro di emozioni (dalla tristezza alla paura), può rappresentare un momento trasformativo.
 
Riprendendo il titolo dell’agile libro di Gasparrini, il femminismo serve anche agli uomini perché “i femminismi sono pratiche di libertà create da donne che (…) raccontano, descrivono, analizzano e smontano meccanismi oppressivi sociali in atto su tutte e su tutti”.>> ( https://www.valigiablu.it/uomini-patriarcato-maschile-plurale/ )
 
Ci chiediamo allora: quali sono i modelli che attualmente la società impone a chi assegna un genere maschile fin dalla nascita? Quali di questi modelli causano quella violenza che quotidianamente come donne, soggetti non cis e non etero subiamo da parte degli uomini in questa società patriarcale? Quali di questi modelli invece comportano più danni psicologici – e rischi fisici – per gli uomini? Quali modelli di relazione sono preclusi al genere maschile? Cosa possiamo fare – come padri, madri, sorelle, fratelli, amici e amiche e amicu, compagnx e conoscenti, nel quotidiano, per iniziare a cambiare le cose? Come ci sono utili le risorse e le riflessioni portate dalle lotte femministe, transfemministe e queer per decostruire la mascolinità patriarcale? Come essere alleati, in quanto uomini etero e cisgenere, di queste lotte? 
RISORSE UTILI per riflettere, criticare, dibattere:
Riflessioni personali per cercare di superare la supremazia maschile https://anarcoqueer.noblogs.org/post/2013/01/02/cose-di-me-che-mi-spaventano/
Cinque testi per riflettere sulla decostruzione della mascolinità patriarcale, per costruire un’altra mascolinità, libera da oppressione e violenza. https://anarcoqueer.noblogs.org/post/2020/10/23/non-nasciamo-maschi-cinque-saggi-per-ripensare-lessere-uomo-nel-patriarcato/
Archivio di libri e contenuti https://compas.noblogs.org
Articoli:

CHIACCHIERATA TRANSFEM* OTTOBRE

Mestruazioni: sfidiamo tabù e alibi, condividiamo conoscenze, sfatiamo leggende, chiacchieriamo!

▪️ Domenica 24 Ottobre H 16:00

▪️ Incontriamoci al parchetto vicino alla Miccia (per chi non sà dov’è il parchetto venite davanti alla Miccia in via Toti 5 AT o seguite la mappa qui https://osm.org/go/xXfzZItxK?m= ).

Se piove ci spostiamo al coperto nella nostra sede.


In questa chiacchierata vorremmo partire da regole condivise da tuttx sullo spazio di parola, per cercare di autogestirci nel modo più inclusivo possibile.

 

Nel rispetto di tutte le individualità, non diamo per scontato il genere e il pronome da assegnare alle altre persone

Cerchiamo di gestire i tempi nel rispetto di tuttx soprattutto se siamo in tantə.

Cerchiamo di non interrompere e non parlarci addosso.

Tuttx devono poter parlare se lo desiderano, ci sarà quindi una moderatrice che darà parola a chi la chiede.

Ricordiamo che questa è una chiacchierata inclusiva.

Toccheremo certamente argomenti che ci accendono, ma cerchiamo di non dirigere rabbia e indignazione verso lx altrx partecipanti alla chiacchierata.

Aperto a persone di ogni genere, orientamento, età, forma e colore.

Ricordiamo che L.A. Miccia è un collettivo libero, antifascista e transfemminista: fasc, mach, bull, omofob, transfobic e razzist non sono benvenut*.

CHIACCHIERATA TRANSFEM*

11 Settembre H 17:00 al Bosco dei Partigiani – Asti
Riprendono le chiacchierate transfemministe.
Incontriamoci, riprendiamo il discorso, creiamo nuovi spunti di riflessione per il nuovo anno che ci aspetta.
📚COME SEMPRE DISTRO DEL FELIX, SGRANOCCHI E BIRRETTE 🍻
🤝In questa chiacchierata vorremmo partire da regole condivise da tuttx sullo spazio di parola, per cercare di autogestirci nel modo più inclusivo possibile.
▪️Nel rispetto di tutte le individualità, non diamo per scontato il genere e il pronome da assegnare alle altre persone
▪️Cerchiamo di gestire i tempi nel rispetto di tuttx soprattutto se siamo in tantə.
▪️Cerchiamo di non interrompere e non parlarci addosso.
▪️Tuttx devono poter parlare se lo desiderano, ci sarà quindi una moderatrice che darà parola a chi la chiede.
▪️Ricordiamo che questa è una chiacchierata inclusiva.
▪️Toccheremo certamente argomenti che ci accendono, ma cerchiamo di non dirigere rabbia e indignazione verso lx altrx partecipanti alla chiacchierata.
Aperto a persone di ogni genere, orientamento, età, forma e colore.
Ricordiamo che L.A. Miccia è un collettivo libero, antifascista e transfemminista: fasc*, mach*, bull*, omofob*, transfobic* e razzist* non sono benvenut*.

CHIACCHIERATA TRANSFEMMINISTA – Verso l’8 Marzo

DOMENICA 28 FEBBRAIO @ BOSCHETTO DEI PARTIGIANI – ASTI. In caso di pioggia EX FERRIERE.

Troviamoci per confrontarci e parlare di cultura dello stupro, di patriarcato, di come ci mette a rischio e di come possiamo reagire quotidianamente, personalmente, senza delegare.

CULTURA DELLO STUPRO, VIOLENZA E COME POSSIAMO USCIRNE

Ogmi donna, persona trans e LGBTQI+ ha vissuto sulla propria pelle la cultura dello stupro con cui si manifesta il sistema di potere che chiamiamo patriarcato (o etero-cis-patriarcato) e come agisce nel quotidiano: fischi, scherni, insulti, palpate. Le aggressioni, le botte, gli stupri. La morte, per femminicidio o per suicidio in seguito alla diffusione di video intimi senza consenso o a violenze fisiche. Anche qui è capitato: nel 2017 Lydia, una giovane ragazza trans si è tolta la vita in seguito ad una violenza sessuale in un parco cittadino.
Le telecamere c’erano, ma non è cambiato nulla. L’aggressore è stato condannato, ma ha davvero capito ciò che ha fatto?
Il patriarcato è quello che ci ha insegnato a rassegnarci e sentirci vittime impotenti, a mimetizzarci e nasconderci, a non frequentare la città buia, a non bere troppo. 
Andiamo in bagno in branco e camminiamo veloci fingendo di telefonare. Impariamo a rispondere “sono fidanzata” ad una avance insistente invece di rispondere “vattene affanculo”, come se ciò che ci legittima a rifiutare quella proposta fosse solo che siamo già di qualcuno. Impariamo a cercare protezione nella famiglia, questa istituzione onnipresente che costituisce proprio la dimensione minima e necessaria del patriarcato. 
Infatti non per caso è proprio in famiglia che avvengono la maggior parte degli abusi, quando ci prendiamo troppe libertà o facciamo coming out. Troppo spesso è il partner che ci mena e ci violenta, ci manipola, ci priva della nostra indipendenza e se proviamo a lasciarlo è anche peggio. Non è difficile ritrovarsi in una quotidianità fatta di abuso in cui diventa normale essere sminuite, picchiate, minacciate e chiuse a chiave in casa, fino a doversi calare dal balcone per andare a lavoro spaccandosi i talloni, come è successo proprio qui ad Asti ad una donna che ha subito per anni violenze da parte del partner. 
Il patriarcato è quando denunciamo, quando ci facciamo refertare in pronto soccorso, e impariamo poi che non esiste misura cautelare in grado di proteggerci, e quando infine dobbiamo andare in tribunale ci troviamo non a testimoniare le violenze subite, ma a dover difendere la nostra condotta.
Sì siamo sopravvissute, ma come eravamo vestite?
Abbiamo bevuto? Lo abbiamo invitato a casa? Lo abbiamo provocato? Abbiamo forse causato quel raptus in qualche modo? Forse era solo folle d’amore. Lo abbiamo tradito o volevamo lasciarlo? Una narrazione tossica in cui i media sguazzano senza ritegno.
Ci insegnano ad affidarci alle forze dell’ordine. Quando però sono i carabinieri a violentare, in tribunale le vittime si sentono chiedere se provano una segreta attrazione per gli uomini in divisa e se indossavano le mutande.
Ad Asti solo nel 2019 ci sono stati più di 160 accessi di donne al pronto soccorso per violenza domestica. I numeri sono in crescita ma sappiamo che è solo la punta dell’iceberg, perché prima di arrivare al pronto soccorso sono decine e decine gli episodi che vengono nascosti. Durante il 2020 la pandemia non ha cambiato nulla nella sostanza: pur in un anno così anomalo più di 60 donne hanno dovuto rivolgersi al pronto soccorso. Nonostante il calo drastico degli omicidi in generale, le donne vittima di femminicidio sono passate dal 30% al 60% del totale, 15 solo in piemonte. Contemporaneamente perdiamo indipendenza economica ad un ritmo vertiginoso: di 101 mila posti di lavoro persi nell’ultimo anno, 99 mila erano lavoratrici donne.
Non ci servono a niente strade piene di lampioni, telecamere e divise, perché la causa di tutta questa violenza non è nel buio dei marciapiedi e nella carenza di forze dell’ordine, è in un sistema che ci definisce come proprietà di altri, lavoro domestico e corpi gratis a disposizione di un sistema di potere patriarcale. 
Per questo non vogliamo che della nostra sicurezza si prenda cura lo stato, con il suo apparato di forze dell’ordine, galere e confini, dispositivi schierati contro le nostre libertà.
Nel nostro quotidiano possiamo smettere di lasciarci definire solo come vittime e agire. Possiamo partire dal riconoscimento degli abusi e delle forme in cui la violenza si manifesta ben prima di diventare eclatante, dalla creazione di reti solidali, centri di ascolto, possiamo sperimentare pratiche collettive e individuali di resistenza a queste dinamiche. 
Vogliamo essere libere, liberi e liberu e abbiamo ormai imparato che l’unica via di fuga da questo sistema è nelle nostre mani. Per la nostra sicurezza dobbiamo distruggere la cultura dello stupro e il patriarcato.

In questa chiacchierata vorremmo partire da regole condivise da tuttx sullo spazio di parola, per cercare di autogestirci nel modo più inclusivo possibile. Queste sono le nostre proposte, se ne avete altre comunicatecele ????
Ne discuteremo brevemente prima di iniziare per assicurarci che siano condivise e rispettose di tutte le persone che parteciperanno:
♡ Nel rispetto di tutte le individualità, non diamo per scontato il genere e il pronome da assegnare alle altre persone
♡ Cerchiamo di gestire i tempi nel rispetto di tuttx soprattutto se siamo in tantə.
♡ Cerchiamo di non interrompere e non parlarci addosso.
♡ Tuttx devono poter parlare se lo desiderano, ci sarà quindi una moderatrice che darà parola a chi la chiede.
♡ Ricordiamo che questa è una chiacchierata inclusiva.
♡ Toccheremo certamente argomenti che ci accendono, ma cerchiamo di non dirigere rabbia e indignazione verso lx altrx partecipanti alla chiacchierata.
Aperto a persone di ogni genere, orientamento, età, forma e colore. 
Ricordiamo che L.A. Miccia è un collettivo libero, antifascista e transfemminista: fasc*, mach*, bull*, omofob*, transfobic* e razzist* non sono benvenut*.

Chiacchierata Transfemminista – Corpi e stereotipi nella società dell’immagine

25 ottobre – 16:30 presso Circolo Arci Sciallo, Parco Monterainero, Asti

Strizzare i rotolini, contare le calorie, misurare i centimetri, strappare i peli, farli crescere, colorare la pelle e i capelli, scegliere tra un’infinità di vestiti, e poi soprattutto come camminare, come sedersi, come rispondere o non rispondere ai messaggi, come guardare o non guardare le persone. 
Sono norme sociali che conosciamo così bene da seguirle senza neanche pensarci, consuetudini che investono ogni aspetto della nostra vita in modo diverso a seconda del genere, del colore della pelle, della taglia e dell’età. Queste regole non scritte ci vengono proposte fin dalla più tenera età già in ambito famigliare, e ossessivamente ripetute a scuola, nella società, e dai media con i loro innumerevoli tentacoli fatti di comunicazioni stereotipate e pubblicità martellanti. 
Modelli e stereotipi binari a cui dobbiamo adeguarci e per cui certi corpi saranno sempre non conformi e impossibili da accettare: persone con disabilità, persone queer e trans, persone grasse. Il prezzo da pagare è lo stigma, l’isolamento e una maggiore vulnerabilità rispetto al bullismo, alla violenza e alle aggressioni sessuali.
Naturalmente non c’è nulla di male nel decidere di aderire ad un certo modello estetico, che sia o meno uno stereotipo, ma vogliamo avere la libertà di scegliere liberamente e per questo è necessario comprendere l’origine di questi stereotipi di genere, maschili e femminili, e dello stigma che investe chi vi si allontana per qualsiasi ragione.
Capire ad esempio perché il modello estetico più idealizzato e commercializzato per una donna rispecchia sempre il suo supposto ruolo sessuale o riproduttivo, una bellezza ideale che ben si rispecchia nell’orrido modo di dire patriarcale e sessista “madonna o puttana”. Anche gli uomini hanno modelli di riferimento altrettanto stereotipati e distorti: un ideale che punta ad una virilità tossica, insensibile, priva di ogni vulnerabilità ed empatia: “l’uomo che non deve chiedere mai”, e l’altrettanto patriarcale galanteria iper protettiva che con i suoi gesti premurosi confina la donna in una condizione di debolezza e dipendenza.
Attraversare questa giungla estetica di simboli, norme e segni è pericoloso, umiliante, a volte mortale. Avere una mappa e buona compagnia può fare la differenza. Per questo vogliamo parlarne insieme!
Portiamo le nostre esperienze, le letture che ci appassionano, le idee per costruire una cultura diversa.

In questa chiacchierata vorremmo partire da regole condivise da tuttx sullo spazio di parola, per cercare di autogestirci nel modo più inclusivo possibile. Queste sono le nostre proposte, se ne avete altre comunicatecele ????
Ne discuteremo brevemente prima di iniziare per assicurarci che siano condivise e rispettose di tutte le persone che parteciperanno:
♡ Nel rispetto di tutte le individualità, non diamo per scontato il genere e il pronome da assegnare alle altre persone
♡ Cerchiamo di gestire i tempi nel rispetto di tuttx soprattutto se siamo in tantə.
♡ Cerchiamo di non interrompere e non parlarci addosso.
♡ Tuttx devono poter parlare se lo desiderano, ci sarà quindi una moderatrice che darà parola a chi la chiede.
♡ Ricordiamo che questa è una chiacchierata inclusiva.
♡ Toccheremo certamente argomenti che ci accendono, ma cerchiamo di non dirigere rabbia e indignazione verso lx altrx partecipanti alla chiacchierata.
Aperto a persone di ogni genere, orientamento, età, forma e colore. 
Ricordiamo che L.A. Miccia è uno spazio libero, antifascista e transfemminista: fasc*, mach*, bull*, omofob*, transfobic* e razzist* non sono benvenut*.

⁺*・༓☾ Chiacchierata Transfemminista ☽༓・*⁺

DOMENICA 19 LUGLIO H 18.00 @ Area verde Sebastiano Scirè Risichella – Asti

Vol. V – TRANSFEMMINISMO INTERSEZIONALE: RIFLESSIONI SULL’ALLEANZA TRA ISTANZE FEMMINISTE E LGBTQIA+

Il mese del pride è appena passato, e quest’anno il Pride istituzionale si è svolto online.

Lo svolgimento online della manifestazione garantisce che solo chi è già interessatx vi partecipi. Rivendicare uno spazio pubblico invece, in modo indecoroso, gioioso, e sì, sfacciatamente carnevalesco, è oggi più che mai fondamentale – in questa come in altre lotte.

La presa di posizione dell’amministrazione nel voler dividere il progetto di riqualificazione del sottopasso tra Asti Pride e i fascisti è un esempio più che mai palese del modus operandi istituzionale, dal quale possiamo trarre una semplice constatazione: libertà e autodeterminazione non ci verranno regalate, vanno conquistate e presidiate, giorno dopo giorno.

Sentiamo parlare di razzismo al contrario, di eterofobia, di sessismo inverso e nazifemminismo, di fascismo degli antifascisti: tutti segnali di una reazione al cambiamento che le lotte antirazziste, femministe e LGBTQIA+ portano nella società, segnali che ci dicono che chi detiene certi privilegi non vuole rinunciarvi. Questo è soprattutto il momento di stringere alleanze, di ascoltare le voci che ci arrivano da chi lotta accanto a noi ed essere megafono di quelle voci, di prendere parola e occupare lo spazio pubblico.

Ci piacerebbe davvero molto chiacchierare di tutto questo, di come queste cose impattano sulle nostre vite, di come queste istanze ci siano passate accanto invisibili. Siamo dell’idea che nessunx nasce imparatx, pertanto sarà anche un’occasione di confronto e di formazione: non esistono domande stupide!

Rispetto alle altre chiacchierate, questa volta vorremmo partire da regole condivise da tuttx sullo spazio di parola, per cercare di autogestirci nel modo più inclusivo possibile. Queste sono le nostre proposte, se ne avete altre comunicatecele 🙂

Ne discuteremo brevemente prima di iniziare per assicurarci che siano condivise e rispettose di tuttx le persone che parteciperanno:

♡ Nel rispetto di tutte le individualità, non diamo per scontato il genere e il pronome da assegnare allx nostrx interlocutorx.
♡ Cerchiamo di gestire i tempi nel rispetto di tuttx soprattutto se siamo in tantx.
♡ Cerchiamo di non interrompere e non parlarci addosso.
♡ Tuttx devono poter parlare se lo desiderano, ci sarà quindi una moderatrice che darà parola a chi la chiede.
♡ Ricordiamo che questa è una chiacchierata inclusiva.
♡ Toccheremo certamente argomenti che ci accendono, ma cerchiamo di non dirigere rabbia e indignazione verso lx altrx partecipanti alla chiacchierata.

La chiacchierata sarà all’aperto e manterremo le distanze necessarie a garantire a tuttx la partecipazione in modo sicuro. Porteremo qualche sedia, ma se puoi portati uno sgabello, o una coperta da mettere a terra.

Aperto a tuttu gli esseri umani di ogni genere, orientamento, età, forma e colore. Venite numeros* a portare le vostre esperienze e curiosità, domande e risposte, libri da consigliare, letture, canzoni, anche solo ad ascoltare e passare un pomeriggio piacevole e un po’ diverso!

♡♡♡ Ricordiamo che L.A. Miccia è uno spazio libero e antisessista: fasci, machi, bulli, omofobi, transfobici e razzisti non sono benvenut*. ♡♡♡

Chiacchierata Transfemminista! VOL. IV ⚧

Questa chiacchierata “a ruota libera” è stata forse necessaria per sfogare l’ansia dei lunghi mesi passati, ma ci siamo resx conto che non tuttx sono riuscitx a prendere la parola, e questo ci dispiace perchè come collettivo avremmo dovuto gestire gli interventi per includere tuttx.

La prossima volta proveremo a darci qualche regola, condivisa e stabilita all’inizio tra lx partecipantx, per dare spazio a tutte le persone che desiderano prendere la parola e condividere esperienze!


 
DOMENICA 14 GIUGNO H. 18 @ PARCO RISICHELLA ZONA SAN ROCCO -ASTI-
CHIACCHIERATA TRANSFEMMINISTA ♥ RIPRENDIAMO DA DOVE ABBIAMO LASCIATO ♥
 
L’otto marzo eravamo pronte a portare i nostri corpi e le nostre idee in piazza, per una chiacchierata pubblica. Per parlare della sicurezza delle strade che attraversiamo, della violenza che ci raggiunge comunque sotto all’occhio onnipresente delle telecamere, nel privato delle nostre case e nei luoghi di lavoro. Per riflettere sulle alternative a quella sorveglianza che non ci rende più sicurx ma solo più oppressx, alternative che vogliamo fatte di solidarietà e autodifesa.
 
Non è stato possibile perchè il divieto alle manifestazioni, anche se all’aperto e con il corretto distanziamento, è stata la misura di sicurezza più tempestiva per contrastare la diffusione del coronavirus.
 
L’emergenza sanitaria ha poi monopolizzato la nostra quotidianità e il dibattito pubblico. Non sono mancate riflessioni sull’impatto dell’epidemia e delle misure di distanziamento per le donne e per tutte le persone queer, trans, bi e omosessuali: convivenza con partner violenti, violenze domestiche e femminicidi durante il lockdown, la difficoltà a raggiungere i centri antiviolenza, il peso dei lavori di cura – retribuiti e non – che sono ricaduti come sempre per la maggior parte sulle spalle delle donne, il peso e la violenza di dover convivere forzatamente con persone che non riconoscono la propria identità di genere o il proprio orientamento sessuale, la difficoltà o l’impossibilità ad accedere alle terapie ormonali per le persone trans, la difficoltà di accesso alle interruzioni volontarie di gravidanza, le gravi difficoltà economiche di chi lavora in nero comprese le persone che fanno lavori sessuali. 
 
Discorsi e testimonianze importanti che hanno viaggiato in forma virtuale, e che vogliamo ora condividere tra tutte e tutti e tuttu, parlando di questo periodo e di come l’abbiamo vissuto, di quali misure solidali si possono mettere in atto durante le emergenze, di tutto quello che ci viene in mente! Per confrontarci, ascoltarci, metabolizzare il trauma, sostenerci a vicenda e costruire una rete solidale e inclusiva.
 
Incontriamoci dunque faccia a faccia! Chiacchieriamo!
 
Approfittando della bella stagione proponiamo un incontro all’aperto così si riduce la possibilità di contagio e riusciamo a mantenere la distanza.
 
♥ Porteremo qualche sedia, ma se puoi portati uno sgabello, o una coperta da mettere a terra.
 
♥ Portati qualcosa da bere e sgranocchiare, se vuoi fare un po’ di aperitivo. Per il momento evitiamo di condividere cibo e bevande tra più persone!
 

Aperto a tuttu gli esseri umani di ogni genere, orientamento, età, forma e colore. Venite numeros* a portare le vostre esperienze e curiosità, domande e risposte, libri da consigliare, letture, canzoni, anche solo ad ascoltare e passare un pomeriggio piacevole e un po’ diverso!

Ricordiamo che L.A. Miccia è uno spazio libero e antisessista: fasci, machi, bulli, omofobi, transfobici e razzisti non sono benvenut*.