Contro il carcere e il pacchetto sicurezza

Sabato 25 novembre siamo tornatx sotto le mura del carcere di Quarto d’Asti, per alimentare la solidarierà tra fuori e dentro, consci del fatto che ogni grido, ogni battitura o saluto che arriva da dentro può avere delle ripercussioni da parte delle guardie sui detenuti, la risposta da dentro è sempre presente. Tra un pezzo musicale e l’altro abbiamo raccontato ai detenuti il tentativo del governo Meloni di far passare un nuovo pacchetto sicurezza. In perfetta continuità con in pacchetti precedenti, stringe ancora di più la morsa sul dissenso sociale, su chi si ribella, su chi lotta e porta solidarietà. Pare proprio che in un clima di guerra totale esterna dove il nostro paese e direttamente coinvolto su più fronti lo Stato si debba assicurare che sul fronte interno tutto rimanga tranquillo e possa facilmente far piazza pulita di chi non ci sta a rimanere a testa bassa e in silenzio.

Dopo il saluto, ci siamo spostatx in pieno centro ad Asti dove è già arrivato il Natale. Abbiamo disturbato per qualche ora la fiumana di gente diretta alle casette natalizie, denunciando con forza quanto sia sadico e violento una sistema dove molte persone possono tranquillamente spendere i propri soldi a cuor leggero tra una bancarella e l’altra totalmente incurante del fatto che poco più in là dove le luci di natale non arrivano, c’è un umanità che è senza un tetto per coprirsi dal freddo, muore in mare, dentro una schifosa cella di un carcere o di un Cpr.

Abbiamo ribadito che nessun governo, nessun pacchetto sicurezza fermerà chi lotta, chi si organizza e attacca questa società che per la ricchezza e i privilegi di pochi, devasta la terra, uccide, imprigiona e sfrutta la maggioranza dell’umanità.

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