SPAGHETTI DELL’ANARCHICO LI SHIZENG (Spaghetti saltati con verdure e tofu)

INGREDIENTI per 2/3 persone:

Spaghetti di riso o soia (1 nido per persona)
1 carota
2 gambi di sedano
Zenzero fresco a piacere
Cipolla a piacere (o porro)
2 foglie di cavolo verza
1 panetto di tofu
Salsa di soia
Olio di semi

Per prima cosa stai attento e ricorda: Li Shizeng giudicherà la tua ricetta!

Lavare e tagliare le verdure (quelle indicate sono la base, è possibile aggiungere tutte le verdure di stagione a piacimento). Affettare il tofu.

Nel frattempo ammollare gli spaghetti in acqua calda (segui le istruzioni sulla confezione dei tuoi spaghetti).

Ungere bene il wok con l’olio di semi e aggiungere tofu e verdure (se gradito, è possibile aggiungere anche peperoncino). Se non hai un wok, usa la padella più grande che hai, meglio se un po’ profonda. Saltare le verdure e, se occorre, aggiungere un po’ di acqua: devono rimanere croccanti.

Una volta pronte le verdure, aggiungere gli spaghetti dopo averli scolati. Gli spaghetti sono pronti per essere messi in padella quando è possibile dividere comodamente i nidi: non devono però risultare eccessivamente viscidi. Saltare il tutto aggiungendo salsa di soia a piacere.

Mescolare sul fuoco facendo attenzione a non far attaccare gli spaghetti alla padella per qualche minuto.

Servire caldo e, se necessario, aggiungere ancora salsa di soia.

Chi è LI SHIZENG e cosa diamine c’entrano gli anarchici cinesi con spaghetti alle verdure e tofu?

Li Shizeng fonderà nel 1908 la prima azienda di produzione di tofu in Francia e, sei anni più tardi, il primo ristorante cinese a Parigi. In queste realtà troveranno lavoro le prime comunità di giovani libertari provenienti dalla Cina… leggi l’articolo completo: https://lamicciaasti.noblogs.org/post/2020/04/14/cosa-centrano-gli-anarchici-con-la-cucina-cinese-in-europa/

 

Boccioli di tarassaco sotto sale

Il tarassaco è una pianta meravigliosa: cresce ovunque, è facilmente riconoscibile e fornisce una gran quantità di ingredienti in cucina. I boccioli chiusi ad esempio si possono mettere sott’olio, sott’aceto o sotto sale come i capperi. Quest’ultima variante è la più semplice.

Bisogna raccogliere i boccioli chiusi che crescono alla base della rosetta, ma cerchiamo di lasciarne un po’ in ogni pianta per lasciarla fiorire, non siamo avidi.

Dopo averli raccolti, puliamoli dalle foglioline e dai gambi. Il lavoro può sembrarvi noioso ma non c’è nessun capo che vi urla dietro né standard di produzione da raggiungere, quindi prendetela calma, sorseggiate un po’ di vino, leggete qualche pagina, ascoltate della musica o chiacchierate col gatto.

Dopo averli puliti, sciacquateli e fateli asciugare qualche ora su un canovaccio.

Quando sono asciutti pesateli e metteteli in barattolo con la stessa quantità di sale grosso in peso.

Ecco il risultato dopo qualche giorno sotto sale: il profumo è acidulo come quello dei capperi, il gusto è molto particolare. Proprio come i capperi, vanno sciacquati bene o lasciati in ammollo per togliere il sale in eccesso.

Frittazza di luppolo + contorno

Oggi sveliamo un altro arcano segreto dell’ormai passata era geologica nota come Apericene.

La frittazza di luppolo, ovvero la frittata fatta con la farina di ceci, che non mi piace chiamare farifrittata perchè sa di cosa farinosa e polverosa e non è così.

Partiamo dal luppolo, ormai noto ingrediente primaverile della cucina micciana. A differenza di molte altre erbe spontanee, le cime di luppolo sono più gustose, croccanti e fragranti quando sono più grosse. Di quanto ho raccolto ho quindi tritato le parti più piccole, mentre le cime lunghe le ho tenute per guarnire la frittazza.

FRITTAZZA:

Per una buona frittazza bisogna rispettare la proporzione tra farina di ceci e acqua, che è di 1:3 IN PESO, esattamente come per la farinata.

– 80 g di farina di ceci
– 240 g di acqua
– un pizzico di sale
– un giro d’olio

L’impasto è liquido e mescolandolo con la frusta eliminate la maggior parte dei grumi, se ne resta qualcuno non è una tragedia si dissolvono in cottura. Per un risultato super si può far riposare qualche ora o una notte, ma anche fatto sul momento dà il suo porco risultato. Aggiungiamo poi la parte di luppolo tritata.

Versiamo l’impasto in una padella con olio caldo. Di olio ce ne va abbastanza, non deve friggere ma comunque la farina di ceci ha bisogno di grassi. Il fornello è medio e il fuoco è al minimo.

Dopo aver accomodato uniformemente la frittazza aggiungiamo i luppoli grandi e gustosi sopra, si cuoceranno senza problemi. Copriamo col coperchio e lasciamo cuocere circa 10 minuti.

Quando la frittazza si stacca agevolmente dalla padella scuotendola e la superficie è ben rappresa, si può girare con l’aiuto di un piatto. La seconda parte di cottura si fa senza coperchio, scuotendo ogni tanto la frittazza e quando fa un bel rumore sabbioso e sfrigolante di croccante è pronta per essere rigirata direttamente in un piatto.

Mannaggiando al vapore che non permette di godere in foto della superba croccantezza dei luppoli, possiamo fare un contorno di spinaci freschi e ortiche, nella stessa padella perchè non è il caso di lavare poi troppi piatti. Soffriggere uno spicchio d’aglio, dei peperoncini, e poi mettere gli spinaci freschi o sbollentati in padella insieme ad un po’ di cimette di ortica.

Salare, coprire e far appassire a fuoco basso, volendo si può sfumare con un po’ di vino per un gusto più robusto, o se no il vino potete bervelo tutto voi. Sempre a piacere, si può aggiungere già nel soffritto qualche oliva e cappero o pomodori secchi, o tutto quanto insieme, o qualunque altra cosa vi passi per la testa. Tranne i gatti e i cocci di vetro, che anche no.

Quando si è tutto appassito girate un po’, e finite la cottura senza coperchio per non far rammollire tutto, la verdura è buona quando ha un po’ di consistenza!

 

Salame al Cioccolato e Olio Extravergine d’Oliva

Ingredienti:

-Cioccolato fondente (400 gr)
-Olio extravergine d’oliva (125 ml)
-Acqua (75 ml)
-Zucchero (100 ml)
-Biscotti veg (q.b)

Sciogliere a bagnomaria il cioccolato. A parte, mescolare l’olio con l’acqua e lo zucchero. Una volta sciolto il cioccolato, unire la miscela liquida al cioccolato. Il composto risulterà piuttosto liquido.

Sbriciolare grossolaneamente i biscotti. La quantità varia in base alla marca dei biscotti. Dovrebbe risultare circa un piatto.

Far raffreddare il composto al cioccolato mezz’oretta in frigo per far rapprendere un poco. Aggiungerci quindi i biscotti.

Stendere il composto su carta da forno. L’aspetto non sarà proprio appetibile 🙂

Con l’ausilio di un cucchiaio dare al composto la forma di un filoncino.

Avvolgere stretto nella carta da forno. Riporre in frigo per circa 60 minuti.

Scartare la carta da forno. Cospargere bene di zucchero a velo e riporre in frigo per almeno altri 60 minuti.

Tirare fuori dal frigo almeno 30-60 minuti prima di servire, altrimenti il cioccolato risultera’ troppo duro e le fette si sgretolano.

MANGIARE!!!

ERBE SELVATICHE – RISOTTO

Spuntano le prime spontanee commestibili! Queste quattro sono facili da riconoscere e crescono ovunque, persino in città.

LUPPOLO – anche detto LAVERTIN in Piemonte – proprio la nobile pianta della birra, parente prossima della canapa. Vive fino ad 80 anni e cresce che è una meraviglia negli incolti, al bordo delle strade, nei cortili e sui ruderi. In inverno la parte aerea secca, ma alle prime avvisaglie di primavera spuntano i teneri germogli, che si allungano in cerca di un supporto a cui avvilupparsi. Si possono mangiare sbollentati e conditi, spadellati con olio aglio e peperoncino, in frittate, zuppe, risotti e ripieni di torte salate o pasta.

ORTICA – rustica e pungente, le piante più vecchie e robuste non perdono vitalità neanche in inverno, le altre ributtano appena arrivano le prime giornate di sole. Ama i terreni acidi, è depurativa e piena di ferro, oltre che di astio, motivo per cui la amiamo senza riserve. Si coglie la cimetta tenera.

ROVO – Si, proprio quello delle more. I germogli teneri sono commestibili, sia crudi sia cotti. Vanno bene anche in insalata, ma bisogna apprezzarne il gusto particolare.

TARASSACO – o DENTE DI LEONE o PISACAN – le foglie si mangiano crude in insalata, o come verdura. Si possono anche cogliere i boccioli quando sono ancora chiusi e raso terra tra la rosetta di foglie e metterli sotto sale come i capperi.

Fate di tutto un bel cestino. Le erbe andranno poi sciacquate e asciugate.

Dopo averle ben asciugate, tritate grossolanamente col coltello tutto insieme.

Per fare il risotto come al solito: soffritto come vi piace (a noi piace cipolla, carota, zenzero e peperoncino, forse qui ci avevamo messo anche qualche fungo), riso da tostare nel soffritto e sfumare col vino (ma anche con la birra viene particolare).

E poi via con le erbe!

La cottura prosegue con brodo di verdura caldo, mescolando gentilmente. Siccome noi siamo un po’ casinari e cuciniamo a braccio, ci piace anche aggiungere degli avanzi della cena (fagioli e cavolo in questo caso), ma attenzione, per la buona riuscita della ricetta si può fare SOLAMENTE se sono conservati in un piatto che raffigura un Napoleone ridicolo.

Rispettate i tempi di cottura del riso e coccolate un po’ i gatti o gli umani o i cani o voi stessu durante l’operazione.

Spegnere quando il riso è ancora al dente e mantecare. Se non volete mantecare con la margarina perchè “i vegani gne gne gne” sappiate che la Ciccipolla SA DOVE TROVARVI.