Di patate, zucche e arresti. Ovvero: comprare la verdura in Val di Susa

Da circa cinque mesi il Laboratorio Autogestito la Miccia ospita al proprio interno un Gruppo di Acquisto Solidale (GAS). Pasta, farina, caffè, prodotti per la pulizia della casa, frutta e verdura acquistati e scambiati tra amici e altre realtà che portano avanti progetti di autogestione e di sostenibilità ambientale.
Una diversa modalità di vivere il consumo che, aggirando i canali della grande distribuzione capitalistica, cerca di innescare nuove forme di scambio basate sulla solidarietà.
Tra gli ordini da effettuare per l’autunno patate, castagne e zucche. Il gancio: Luca dell’azienda agricola Orto del Sole della Val di Susa. La scorsa settimana mandiamo una prima mail per chiedere informazioni sull’elenco dei prodotti e i relativi prezzi. Otteniamo prontamente risposta: i primi lavori di raccolta sono iniziati, riceveremo informazioni sulle disponibilità a breve. Passa una settimana, controlliamo la casella di posta: nessuna mail.
Il perché della mancata risposta lo apprendiamo dai giornali: il nostro rifornitore è stato arrestato. Ma chi è questo famigerato delinquente dedito all’agricoltura?
Luca Abbà è uno di noi. Luca Abbà si è speso generosamente in tutte le battaglie che riguardano tutti noi. Alle cronache perchè salì su quel traliccio dell’alta tensione, rischiando la vita per difendere la Val di Susa dal cantiere e dall’esercito di polizia che lo circonda, con lo stesso spirito, qualche anno prima si trovava a difendere una occupazione dallo sgombero imminente. Una persona umile e determinata, che vive della coltivazione della terra (ad Asti lo possiamo incontrare al mercato del Sabato mattina a vendere patate, fagioli, castagne), ma che non pensa solamente al proprio orticello.
Il tribunale del riesame non ha voluto nemmeno prendere in considerazione pene alternative al carcere, in quanto il luogo in cui vive (cels, val susa) è ritenuto “al concreto rischio di frequentazione di soggetti coinvolti in tale ideología e di partecipazione alle conseguenti iniziative di protesta e dimostrazione […]” Questa idiozia determinerebbe, per il tribunale, la scelta del carcere per un compagno, padre di famiglia, per un fatto di solidarietà attiva ad uno sgombero avvenuto 10 anni fa, in totale contrasto, per altro, con la legge svuotacarceri che prevede pene alternative per condanne al di sotto dei 4 anni. Luca è stato condannato ad 1 anno.
Ma ancora una volta la questione giuridica è il paravento della situazione politica. La procura di Torino è ormai stranota da anni per l’accanimento e la fantasia giudiziaria operate nei confronti del movimento No tav. Difficile portare in carcere Luca per la lotta No tav per la quale ha letteralmente messa a repentaglio la propria vita? Nessun problema: la fantasia del tribunale di torino riesce a tirare fuori dal cappello una carcerazione per una bazzecola avvenuta a Torino 10 anni fa. Ed ecco la fantasia giudiziaria tutta torinese.
Questo problema non è solo di Luca o del movimento No Tav o della Val Susa o di Torino, è un problema nostro, di tutti e tutte. E non è solo un problema giuridico, ma un problema ideologico. Perchè in questo sistema che si dice democratico è reato avere un’idea differente.
Per questo siamo tutt* colpevoli, siamo tutt* Luca Abbà.
Luca Libero. Tutte Libere. Tutti Liberi.