IL G.A.S.

Il Gruppo di Acquisto Solidale nasce per costruire una rete di contatti tra produttori diretti e consumatori finali. Cerchiamo di accorciare la filiera scegliendo produttori con cui avere un rapporto diretto, basato su fiducia e affinità di prospettiva sui temi sociali, ambientali e lavorativi.

In particolare ci proponiamo di:

– essere una forma di lotta alla grande distribuzione
– creare ove possibile un rapporto diretto con i produttori
– stabilire un rapporto continuativo con i produttori
– sostenere produttori eco-sostenibili non indispensabilmente bio (intesa come certificazione)
– sostenere produttori con progetti solidali e sociali
– sostenere produttori contro lo sfruttamento e auto-sfruttamento lavorativo
– sperimentare auto-produzioni

Questo G.A.S. organizza incontri periodici di convivialità e approfondimenti. Per info sul G.A.S. potete scrivere a astiosa @ autistici . org o ancora meglio passare direttamente al Laboratorio Autogestito LA MICCIA in Via Toti 5, Asti (durante gli eventi, o tutti i  mercoledì dalle 21 \ tutti i venerdì dalle 17).


LA RETE DEI PRODUTTORI DI QUESTO G.A.S.

CAFFE’ E ZUCCHERO DI CANNA:

Caffè Malatesta – torrefazione artigianale autogestita
Il Progetto Caffè Malatesta nasce dall’iniziativa di sei giovani soci del Gruppo di Acquisto Solidale “La Comunità della Sporta” di Lecco, che nel gennaio 2010 hanno preso in gestione un piccolo impianto per la torrefazione artigianale del caffè dismesso da tempo. La nostra esperienza è stata caratterizzata sin dall’inizio dalla volontà di costruire una realtà lavorativa autogestita fondata sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione e su dinamiche relazionali e decisionali paritarie.
Collaborano con associazioni e cooperative che si occupano di solidarietà nelle zone a vocazione caffeicola, e meglio ancora ricercano relazioni dirette, paritarie e solidali con le comunità indigene che coltivano caffè e canna da zucchero.
Per info dettagliate:  https://www.caffemalatesta.org/

PASTA:

Cooperativa Agricola Iris
La Cooperativa Agricola Iris è stata fondata nel 1978 da un gruppo di giovani che hanno creduto nella cooperazione e nel metodo di coltivazione “da agricoltura biologica” come mezzo per un progetto sostenibile nel rispetto della natura e dell’uomo.
Per info dettagliate: https://www.irisbio.com/

RISO E CEREALI:

Cascina Canta
Gli anni sessanta sono anni che demarcano il passaggio dai metodi di coltivazione tradizionali a quelli tecnologici, segnati dall’avvento massiccio della chimica che stravolge anche l’habitat. Eusebio va controcorrente, nel senso che non abbraccia per nulla i diserbanti, i fitofarmaci, gli antiparassitari. Al contrario, con ostinazione e caparbietà si affida alla naturalità, antesignano di quella agricoltura ecosostenibile che soltanto molti anni più tardi avrebbe rappresentato a livello mondiale la nuova frontiera di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e della salute. Non è semplice, costa fatica, ma la famiglia Francese (Eusebio, la moglie Bianca, le figlie Isabella e Maddalena) credono fermamente in ciò che fanno e l’azienda Canta nel giro di breve diventa un’isola biologica nel mare della risaia novarese-vercellese. Eusebio viene visto con sospetto e scetticismo dagli agricoltori della zona ma lui non si ferma davanti agli scuotimenti di testa. Anzi, vuole dimostrare che un certo tipo di risicoltura, su appezzamenti di medie dimensioni, è possibile.
Per info dettagliate: https://www.cascinacanta.it/index.html

PATATE, LEGUMI, OCCASIONALMENTE ORTICOLE

L’orto del sole di Luca Abbà
Attività cominciata nel 2000 a partire da terreni di famiglia e incolti bonificati, cresciuta gradualmente affiancandosi a piccoli lavori di giardinaggio. L’azienda si trova in Borgata Cels, una piccola borgata dell’ata Val di Susa, vissuta da secoli da poche centinaia di persone che praticavano agricoltura di sussistenza a ciclo chiuso.
Abbiamo scelto questo produttore anche per l’affetto e la solidarietà che ci legano alla lotta contro il TAV e a chi ne subisce la repressione. Più info: https://lamicciaasti.noblogs.org/post/2019/09/17/di-patate-zucche-e-arresti-ovvero-comprare-la-verdura-in-val-di-susa/


OLIO D’OLIVA:

Urupia
Il progetto Urupia nasce all’inizio degli anni novanta dall’incontro tra un gruppo di salentini – all’epoca quasi tutti redattori della rivista Senza Patria – e alcune persone di origine tedesca, “militanti” della sinistra radicale in Germania. I suoi principi costitutivi sono soprattutto l’assenza della proprietà privata e il principio del consenso, ossia l’unanimità delle decisioni.
Per info dettagliate: https://urupia.wordpress.com/

FARINE:

Livio
Livio, che fa parte di questo G.A.S.: <<Diverse sono state le esperienze in produzione agricola, la produzione biologica  ho cominciato a sperimentarla dal 2007 e in particolare modo nel campo delle orticole. Dal 2011 con Catalina, nuovamente ad Asti, abbiamo continuato in questo settore. Al momento le nostre produzioni sono dedicate principalmente all’ autoconsumo, con il grano abbiamo iniziato nel 2015 selezionando e riproducendo alcune varietà’ di grani “antichi”  recuperati a scambi di semi. Fino ad ora abbiamo seminato al massimo una giornata di terra con produzioni massime di 7-8 quintali , per cui è evidente che la disponibilità di farina non è alta.
La nostra farina nel dettaglio:
Si tratta di farina semintegrale tipo 1 ricavata dalla  nostra coltivazione di una miscela di grani antichi (così come vengono chiamate queste selezioni della prima metà del secolo scorso). Questi grani  hanno oggi il vantaggio di  avere minori glutini, quindi migliori da un punto di vista qualitativo, ma lo svantaggio di avere minore forza (quella che serve per le lievitazioni industriali normalmente, con agenti lievitanti). Ulteriore pecca è la scarsa produzione, con grani antichi in media si produce un terzo del grano rispetto a varietà di grani moderni, a volte anche meno.
Le varietà che ci portiamo dietro ormai da anni sono: Autonomia B, Terminillo, Gentil rosso, Vernia e Frassineto. La scelta è stata chiaramente fatta  per le decantate qualità di questi grani. Nel 2018 è stato seminato su un medicaio, in assenza di pesticidi e concimi di ogni tipo. Il grano viene macinato per ora dal mulino Cravero di San Martino Alfieri, che pratica questo tipo 1 da cui toglie un 30 % circa di crusca.

MIELE:

Az. Agr. L’ Ape Gaia
Massimiliano, che fa parte di questo G.A.S.: <<Biologico nell’animo da sempre, apicoltore per passione dal 1997, nel 2006 ho aperto la partita Iva e ottenuto fin da subito la certificazione biologica.
Per 10 anni mi sono occupato principalmente di produrre miele per il mercato all’ ingrosso visto che sono l’unico a portare avanti l’azienda. In dieci anni ho prodotto 175 quintali di miele senza spostare di un metro le api. Nel 2016 dopo un’annata disastrosa dove ho prodotto solo 2q di miele, nell’ autunno ho avuto quello che viene definito lo “spopolamento degli alveari” e nell’ inverno una malattia (il nosema) ha fatto il resto, risultato: 3 alveari sopravvissuti su 140.
La batosta mi è servita per arrivare a conclusione che l’apicoltura che si fa oggi è parte del declino delle api, oltre al cambio climatico e inquinamento. Troppo ricorso a nutrizione artificiale, sempre più trattamenti, pratiche sempre più invasive, cambi delle regine sempre più ravvicinati. Sempre più nomadismo a rincorrere raccolti che si riducono. Negli ultimi anni ho eliminato il foglio cereo e cerco di privilegiare la costruzione naturale, eliminato l’escludiregina tra melario e nido, eliminato le regine prodotte artificialmente dall’uomo, nutro poco e utilizzo il miele quando c’è (nel 19/20 50% della produzione) da quest’anno inizio a sperimentare nuove arnie più rispettose dell’ape e spero più adeguate a fronteggiare i cambiamenti climatici.>>

Le Api Danzanti
Roberto, che fa parte di questo G.A.S.: <<Io sono Roberto e, con il mio amico Ivano, ho iniziato, quasi per gioco, a tenere qualche arnia rilevata da un vecchio apicoltore hobbysta andato ormai in “pensione”. Stando a stretto contatto con questi splendidi esseri, il gioco si è trasformato in passione e poco alla volta abbiamo deciso, con non pochi sacrifici, di aumentare gli alveari, di informarci sulle moderne tecniche di allevamento seguendo corsi tenuti dalle associazioni di settore, e di avviare un’attività artigianale.
Seguo tutte le indicazioni e gli accorgimenti necessari per ottenere un prodotto biologico, ma ho scelto di non richiedere la certificazione (anche per ragioni economiche) e di basare il rapporto con i clienti (la maggior parte amici o conoscenti) sulla fiducia.>>