Riceviamo spesso domande sul significato di termini che purtroppo tendiamo a dare per scontati. Ci rendiamo conto che certe parole non sono così accessibili e famigliari: proviamo a dare una nostra breve spiegazione, sicuramente con molti limiti, nel tentativo di facilitare il dibattito intorno a temi tanto importanti per la libertà e l’autodeterminazione di tuttx.
Transfemminismo: Un insieme di lotte e di pratiche che integra le battaglie del femminismo (autodeterminazione, aborto, violenza di genere, disparità, ecc) a quelle portate avanti da movimenti queer e LGBTQI+ (ad esempio superamento del binarismo di genere, gestione del corpo, omofobia e transfobia, ecc). Ne risulta un movimento capace di una riflessione più dirompente, completa ed inclusiva.
Queer: Letteralmente: storto, strambo, eccentrico, frocio. Un termine che indica l’allontanamento dalla visione binaria del genere, e in cui si riconoscono individualità critiche rispetto alle norme e agli stereotipi di genere presenti anche all’interno dei contesti arcobaleno e LGBT più tradizionalisti.
Binarismo di genere: L’idea che l’identità di genere sia definita dal sesso biologico, e che esistano caratteristiche innate maschili e femminili a cui ogni persona si debba conformare. Questa idea esclude le persone intersex (con caratteristiche biologiche intermedie tra maschile e femminile), le persone trans, e tutte le persone che non si identificano con un genere in particolare o che vivono la propria identità di genere in modo diverso dalla norma binaria.
Patriarcato: Il sistema di valori, consuetudini e rapporti di potere che subordina il genere femminile a quello maschile, in base alla divisione binaria dei generi. Agisce sia in modo istituzionale ed esplicito nel controllo della libertà e del corpo delle donne, sia in modo più sottile, diffuso e informale attraverso la cultura dello stupro, gli stereotipi, i ruoli di genere nel privato delle relazioni tra le persone (banalmente: chi lava i piatti?).
Cultura dello stupro: Il sistema di valori in cui gli atteggiamenti prevalenti, le norme, le pratiche e atteggiamenti dei media considerano normali o inevitabile ed in tal modo in fondo giustificano lo stupro e altre violenze sulle donne e sulle persone LGBTIQ+. L’esempio più comune e la base della piramide della violenza nella cultura dello stupro è l’idea che gli uomini “per natura” siano violenti e non sappiano controllarsi, e la colpevolizzazione delle vittime (se l’è cercata, com’era vestita, aveva bevuto, ecc).
Stereotipi binari: Un modo di pensare che influenza la vita di ogni persona, che rinforza il patriarcato e l’idea binaria di genere. Il ruolo di genere femminile viene identificato con la debolezza, la maternità, la cura, l’emotività, la gentilezza, la pazienza, la comprensione, il sacrificio. Il ruolo di genere maschile viene identificato con la forza, la decisione, l’aggressività, il distacco, la protezione, la razionalità, la praticità. Ad esempio ci si aspetta che una donna faccia figli e un uomo porti a casa lo stipendio, perché è lo schema più comune.
Grassofobia: Discriminazione e disgusto verso le persone ritenute grasse. Si basa sull’accettazione di standard estetici dettati dalla società patriarcale dell’immagine. Si basa sull’erronea convinzione che questa caratteristica fisica sia data da pigrizia, ingordigia, malsane abitudini, malattia o persino ricchezza. Talvolta lo stigma si maschera da considerazioni di tipo salutista.