CHIACCHIERATA TRANSFEM* OTTOBRE

Mestruazioni: sfidiamo tabù e alibi, condividiamo conoscenze, sfatiamo leggende, chiacchieriamo!

▪️ Domenica 24 Ottobre H 16:00

▪️ Incontriamoci al parchetto vicino alla Miccia (per chi non sà dov’è il parchetto venite davanti alla Miccia in via Toti 5 AT o seguite la mappa qui https://osm.org/go/xXfzZItxK?m= ).

Se piove ci spostiamo al coperto nella nostra sede.


In questa chiacchierata vorremmo partire da regole condivise da tuttx sullo spazio di parola, per cercare di autogestirci nel modo più inclusivo possibile.

 

Nel rispetto di tutte le individualità, non diamo per scontato il genere e il pronome da assegnare alle altre persone

Cerchiamo di gestire i tempi nel rispetto di tuttx soprattutto se siamo in tantə.

Cerchiamo di non interrompere e non parlarci addosso.

Tuttx devono poter parlare se lo desiderano, ci sarà quindi una moderatrice che darà parola a chi la chiede.

Ricordiamo che questa è una chiacchierata inclusiva.

Toccheremo certamente argomenti che ci accendono, ma cerchiamo di non dirigere rabbia e indignazione verso lx altrx partecipanti alla chiacchierata.

Aperto a persone di ogni genere, orientamento, età, forma e colore.

Ricordiamo che L.A. Miccia è un collettivo libero, antifascista e transfemminista: fasc, mach, bull, omofob, transfobic e razzist non sono benvenut*.

INCONTRO CON DELEGAZIONE ZAPATISTA

La gira Zapatista è passata da Asti. Ieri sera presso il nostro laboratorio ci siamo confrontati con questi compagni venuti da lontano. Ci hanno raccontato la loro lotta, da dove è partita e come il loro progetto di autogoverno sia in continua trasformazione. Abbiamo ascoltato la loro storia e noi gli abbiamo raccontato la nostra: i nostri progetti e quello per cui ci battiamo ogni giorno. Ci siamo confrontati su molti temi: dal capitalismo all’emergenza climatica, fino a problematiche più “piccole” come le lotte locali, le pratiche di autogestione, responsabilizzazione individuale e collettiva, la costruzione di comunità solidali, il rifiuto delle delega e molto altro. Ci siamo salutati dicendoci che ogni tempesta comincia con una singola goccia. Dobbiamo essere noi quella goccia.
Grazie alla Gira Zapatista per essere passata di qui. Per la disponibilità al dialogo, l’ascolto, la curiosità.
Grazie al Laboratorio Anarchico Perlanera Grazie a Dulce di Tatawelo .
Grazie al circolo Sciallo e a tutt* i/le compagn* che sono intervenut* e che ci hanno dato una mano ad accogliere questi ospiti speciali.

 


MERCOLEDÌ 13 OTTOBRE @ L.A. MICCIA ASTI H 18-20

Una delegazione Zapatista farà tappa anche qui nelle nostre zone. Passeranno anche dalla Miccia. Qui, insieme con gli amici del circolo Sciallo, ci sarà la possibilità di incontrare questi ospiti d’eccezione che faranno una rapidissima sosta prima di dirigersi verso le altre tappe del loro viaggio. Indicativamente ci trovate alla Miccia dalle 18:00, poi ci sposteremo nel parchetto di fianco allo spazio così da stare più larghi.

Gli zapatisti ripartiranno indicativamente intorno alle 20 quindi per chi desideri incontrarli qui ad Asti è raccomandata la puntualità.

Richiesto dalla delegazione zapatista tampone negativo valido per chiunque voglia interloquire in modo ravvicinato, a prescindere dal possesso o meno delle due dosi di vaccino. Su richiesta esplicita della delegazione non serviremo bevande alcoliche.

Per chi non potesse passare mercoledì sera ricordiamo gli incontri dei prossimi giorni: 14 ottobre a Valli Unite, 15-16 ottobre al Perla Nera di Alessandria, 17-20 Ottobre La Milpa-Torrefazione Tatawelo.

ESPLOSIONI! ’21 – SPOSTATO AL 10 OTTOBRE!

CAUSA MALTEMPO RIMANDIAMO AL 10 OTTOBRE!

A fine Settembre torna Esplosioni! La festa della Miccia l’unico spazio autogestito in città.
Vi aspettiamo al Bosco dei Partigiani Domenica 26 Settembre dalle 14:00 con :
– Banchetti e distro
– DISCHI VOLANTI – Vinile bellavita
– Laboratorio musicale
– Musica live
Dalle 19:00: – Cena Veg
e direttamente dalle libere frequenze di Radio blackout DJ SET DELLA MALORMONE CREW !
Ricordiamo che L.A. Miccia è un collettivo libero, antifascista e transfemminista: fasc*, mach*, bull*, omofob*, transfobic* e razzist* non sono benvenut*.
L’evento è all’aperto con spazio sufficiente per garantire la distanza e calda raccomandazione ad usare dispositivi di protezione individuale. Accertiamoci sempre del consenso nella vicinanza, prendiamoci cura di chi ci sta accanto.
LABORATORIO MUSICALE ACUSTICO
PER CHI È: chiunque e qualunque grado di esperienza musicale, anche lo zero assoluto siderale. chiediamo solo in caso di partecipazione di bambinx piccolx che siano affiancati da un adultx
COS’È: un modo per avvicinarsi all’esperienza di creare musica insieme e di esprimere emozioni attraverso il linguaggio musicale. Sarà affrontato un primo momento di avvicinamento alla musica e agli strumenti scelti e un secondo momento di improvvisazione musicale
COSA NON È: non è un corso di musica
COSA PORTARE: se avete uno strumento ACUSTICO a casa portatelo, va bene qualunque cosa: flauti, chitarra, tamburelli, trombe, anche una pentola e un cucchiaio. noi porteremo alcuni strumenti che saranno a disposizione di tuttx.
QUANTO DURA: indicativamente due ore

CHIACCHIERATA TRANSFEM*

11 Settembre H 17:00 al Bosco dei Partigiani – Asti
Riprendono le chiacchierate transfemministe.
Incontriamoci, riprendiamo il discorso, creiamo nuovi spunti di riflessione per il nuovo anno che ci aspetta.
📚COME SEMPRE DISTRO DEL FELIX, SGRANOCCHI E BIRRETTE 🍻
🤝In questa chiacchierata vorremmo partire da regole condivise da tuttx sullo spazio di parola, per cercare di autogestirci nel modo più inclusivo possibile.
▪️Nel rispetto di tutte le individualità, non diamo per scontato il genere e il pronome da assegnare alle altre persone
▪️Cerchiamo di gestire i tempi nel rispetto di tuttx soprattutto se siamo in tantə.
▪️Cerchiamo di non interrompere e non parlarci addosso.
▪️Tuttx devono poter parlare se lo desiderano, ci sarà quindi una moderatrice che darà parola a chi la chiede.
▪️Ricordiamo che questa è una chiacchierata inclusiva.
▪️Toccheremo certamente argomenti che ci accendono, ma cerchiamo di non dirigere rabbia e indignazione verso lx altrx partecipanti alla chiacchierata.
Aperto a persone di ogni genere, orientamento, età, forma e colore.
Ricordiamo che L.A. Miccia è un collettivo libero, antifascista e transfemminista: fasc*, mach*, bull*, omofob*, transfobic* e razzist* non sono benvenut*.

CIANOTIPIE AL PARCO

Oggi al bosco dei Partigiani siamo riuscit* a fare il workshop di cianotipie nonostante il tempo incerto ! Dopo ci siamo mess* a ripulire il bosco come sempre. Grazie a tutt* i/le partecipanti e un grazie enorme ad Eleonora Cerrato per averci guidato nel laboratorio!
AZIONE DIRETTA E AUTOGESTIONE CONTRO DELEGHE E RASSEGNAZIONE

 

Il sole esiste per tutti

CIANOTIPIE AL PARCO

Cianotipia realizzata da Eleonora Cerrato.
Workshop di stampa fotografica alternativa.
Domenica 25/07 H16:00 ci troviamo al Bosco dei Partigiani (all’anfiteatro), Eleonora Cerrato ci accompagnerà nel mondo della Cianotipia, un antico metodo di stampa fotografica.
EVENTO A OFFERTA LIBERA.
Gradita prenotazione: 3336539820
Noi porteremo un pò di Autan e altre diavolerie per le zanzare, ma se riesci portatelo dietro per non rimanere senza.
Al Workshop seguirà un momento di pulizia parco se hai voglia di darci una mano arriva attrezzat*: Vestiti da lavoro, guanti, sacchi dell’immondizia ecc..

CHIAMATA INTERGALATTICA A TUTT LE CREATURE MOSTRE DELLE GALASSIE

FROCIZZIAMO IL PARCO

A fine marzo il parco Biberach è stato teatro di una aggressione omofoba ai danni di un* giovane crossdresser, che ha pubblicamente denunciato l’aggressione rivendicando con coraggio e orgoglio la libertà di esprimere la propria unicità. Ad Asti sono state molte le aggressioni di questo tipo, e per alcune persone l’unica via d’uscita da questa violenza è stato il suicidio: l’odio opprime, soffoca ed uccide. Ci siamo chiestx quale contributo potevamo dare nel concreto per portare la nostra solidarietà a chi continua a subire violenza, discriminazione e micro-aggressioni perchè osa vivere fuori dalla norma cis-etero-patriarcale. Conosciamo solo una risposta e la diamo a modo nostro.
Pensiamo che per rendere più sicuro uno spazio l’unica soluzione sia attraversarlo, a testa alta, senza aver paura di mostrarci per come siamo: diversu, fuori norma, indecorosə e mostruosə. Non chiediamo tolleranza, ci rivendichiamo questo spazio celebrando il mese del Pride: frocizziamo il parco Biberach!
Invitiamo tutte le individualità e le realtà affini a raggiungerci per un pomeriggio di rivalsa, gioia e lotta. La nostra Fata Madrina sarà la nostra punkastorie, anarkekka e indecorosa preferita: Filo Sottile!
Domenica 27 Giugno alle ore 16:30 al Parco Biberach
Creature mostre delle galassie, uniamoci! Frocizziamo il parco! Riprendiamoci gli spazi!
Suggerimenti per la giornata:
  • No bar: noi porteremo solo acqua, invitiamo chi vuole consumare cibo o bevande ad organizzarsi autonomamente.
  • Cerchiamo l’ombra ma farà caldo: portiamoci cappellini, acqua, ventagli, autan, una coperta da mettere sul prato, la crema solare, la ciotola per i cani, ecc.
  • Esprimiamo la nostra unicità: riscriviamo questa storia attraversando la giornata in piena libertà. peli, zampe, makeup sfavillante, magliette sudate, cellulite o pancette: non ci sono corpi sbagliati, vestiti sbagliati, relazioni sbagliate. portiamoci tutta la nostra bellezza e bruttezza, mostruosità e favolosità, mimetizzazione o eccentricità: l’anomalia è nessuna norma!
  • Rendiamo il parco un luogo accogliente: ci sono piante, animali, umani grandi e piccoli che lo vivono e lo attraversano. teniamone conto!
  • Responsabilità individuale e collettiva: diamo senso alla giornata partecipando attivamente. qualcunx ha bisgono di una mano? sta succedendo qualcosa di problematico? attiriamo l’attenzione, diamo una mano, non lasciamo nessunx indietro, non diamo nulla per scontato. chiunque, che sia nell’organizzazione o voglia solo partecipare come spettatore, può fare qualcosa.
  • Il covid esiste ancora: anche se molte persone hanno già fatto il vaccino e saremo all’aperto, accertiamoci sempre del consenso nella vicinanza, prendiamoci cura di chi ci sta accanto, mettiamoci la mascherina. il consenso è sempre la chiave per relazionarsi, senza eccezioni.

Tutto questo non finisce nella giornata di domenica ma dobbiamo portarcelo sempre dietro se vogliamo rendere sicuri e inclusivi gli spazi che attraversiamo.

Grazie, a domenica! <3

VAGLI A SPIEGARE CHE È PRIMAVERA – CONOSCERE IL CARCERE PER ABBATTERLO. 3° Appuntamento

Domenica 16 Maggio ore 16 in Piazza Statuto – Asti.

Terzo incontro di lotta contro le prigioni: materiale informativo, performance e interventi sulla quotidianità del carcere.

STRETTI TRA 4 MURA

In carcere? Guarda che quelli stanno benone! Lo Stato ti mantiene e non devi lavorare, stai a letto tutto il giorno a guardare la tv! E poi tanto dopo poco tempo escono anche gli assassini.

Quante volte parlando del carcere sentiamo questi discorsi? Abbiamo sempre considerato la carcerazione qualcosa di lontano dalle nostre vite ma in quest’anno di pandemia ci siamo resi conto che stare sul divano a guardare la tv tutto il giorno non è un gran piacere e che le restrizioni alla propria libertà di movimento sono dopo poco tempo insostenibili. Non a caso proprio dall’inizio della pandemia sono notevolmente aumentati i tassi di suicidio e numerose persone hanno riportato sintomi depressivi ed elevati livelli di stress e ansia. 

Oggi, possiamo quindi cercare di comprendere meglio chi passa mesi, anni e decenni all’interno delle 4 mura della cella.

Ogni giorno subiscono i rumori assordanti dei blindi che sbattono, delle chiavi che sferragliano e delle urla incessanti. Ogni giorno consumano pasti che costano allo Stato non più di 4 euro al giorno per detenuto e in alternativa possono cercare di acquistare qualcosa con costi decisamente superiori a quelli che troviamo in un qualsiasi supermercato. Ogni giorno devono respirare la stessa aria stantia e umida che si mescola all’odore del sudore, del caffè e dei diversi piatti tipici di ogni popolazione presente. 

Ogni giorno la luce al neon peggiora la vista e tutto ciò che puoi osservare intorno sono sbarre ed espressioni serie. Ogni giorno sono privati di contatto fisico ad eccezione delle perquisizioni fisiche che spogliano la persona anche del più piccolo spazio intimo e personale. Ogni giorno posseggono solo un’ora all’esterno delle sezioni, sempre se il sovraffollamento e il personale in turno lo rendono possibile, definita ora d’aria. 

“Aria: che coraggio chiamarla aria; quattro mura brutte, grigie, fredde, spoglie ed in mezzo un casino di persone che camminano, avanti indietro, avanti indietro, i soliti discorsi, le solite facce e questa tensione, sopita come un gatto, la vedi, la senti, la tocchi, e speri che non si svegli, perché è come un barile di dinamite con un fiammifero sotto, sempre pronto ad esplodere, troppe persone, troppa gente ed allora il pallone, partite fatte a scaricare la tensione su quel povero pallone, partite cariche di rabbia, come se ci si giocasse la libertà”.

Ogni giorno devi cercare di essere il più possibile arrendevole con tutti per evitare pestaggi da parte del personale o degli altri detenuti e per evitare l’isolamento. Perché se ti va bene puoi condividere le tue mura con altre 2,3,4,6 persone, se ti va male puoi finire in una cella con le pareti lisce, senza vetri alle finestre, senza lavandino e sedie, con solo una branda priva di materasso. Questo è ciò che è successo ad un detenuto nel carcere di Asti nel 2017. Per due mesi gli stono stati razionati i pasti come punizione e veniva picchiato ripetutamente, più volte al giorno, fino a procurargli la frattura di una costola e diverse ecchimosi ed infine, prima di riportarlo in sezione gli venne strappato a mani nude il codino per farne un regalo ad un agente penitenziario. 

È proprio a causa di queste condizioni disumane che nel solo 2020 ci sono stati 61 suicidi, senza contare i tentativi falliti. Questa è la vera quotidianità del carcere, un’istituzione che ha come unico scopo reale quello di ghettizzare le persone considerate come scomode e diverse: un grande contenitore in cui raccogliere (e rimuovere) problematiche sociali che altrove non trovano adeguate risposte.

«Le prigioni italiane, così come avviene in tutta Europa, sono popolate non tanto di grandi criminali ritenuti responsabili di gravi reati, ma piuttosto di fasce estremamente marginali della popolazione per cui spesso devianza e criminalità (prevalentemente micro) rappresentano un’espressione di problematiche sociali che meriterebbero risposte altre. […]. Il profilo sociale di questi detenuti ci descrive persone perlopiù giovani o giovanissime con un basso livello di istruzione, che non hanno mai avuto un’occupazione lavorativa stabile e regolare e che spesso risultano privi di un’adeguata rete affettivo-familiare e sociale che funga da sostegno nelle situazioni critiche; per queste persone le scelte devianti rappresentano in qualche caso una necessità di sopravvivenza, ma più spesso l’espressione di un disagio sociale che potrebbe essere contenuto con strumenti ben più efficaci di quello penale» (Rapporto Antigone, 2001, p.17). 

Possiamo quindi continuare a fregarcene di questa parte di popolazione che ad oggi è formata da circa 55.000 persone o iniziare a conoscere in modo consapevole e più responsabile il posto in cui vivono, i danni che subiscono e quante irrisorie siano le possibilità, una volta scontata la pena, di poter vivere una vita diversa.  Forse, dopo esserci lamentati per mesi di una vita che assomiglia solo lontanamente alla loro quotidianità possiamo comprendere meglio o almeno possiamo provare a non ricadere nuovamente negli ormai triti e ritriti luoghi comuni sul carcere e sulle vite che lo subiscono. 

E forse a partire da questo possiamo immaginare che cosa voglia dire vivere così per dieci giorni, dieci mesi, dieci anni. A cosa serve passare le proprie giornate in queste condizioni? Che cosa si può imparare in un simile contesto? Come si può pensare che tale segregazione sia una soluzione reale ai problemi sociali? La violenza e l’emarginazione dell’istituzione carceraria non creano altro che ulteriore violenza ed emarginazione. E questo perché le persone che stanno “lì dentro” appartengono alla società e a lei dovranno tornare. La soluzione non può essere la loro ghettizzazione, perché questo non porta né quella rieducazione che viene dichiarata come obbiettivo né tanto meno sicurezza. Per tali ragioni è oggi più che mai necessario immaginare una società diversa che sappia fare a meno di questi luoghi di abbruttimento e di prevaricazione. Che sappia fare a meno di queste macchine di esclusione e di sofferenza che non si possono in alcun modo riformare ma solo abbattere una volta per tutte. Come si abbatterono i manicomi: istituzioni totali altrettanto mostruose e degradanti, le cui mura caddero solo dopo lunghe lotte e nonostante il timore instillato da chi voleva la malattia mentale imprigionata, isolata e punita.

I veri criminali siedono in parlamento e nei consigli di amministrazione. Sono loro a costringere migliaia di persone alla fame e alla cosiddetta “delinquenza”. Un’altra società, che sappia fare a meno di prigioni e galere, che si fondi sull’uguaglianza, la solidarietà e il mutuo appoggio è possibile. E sta a noi batterci per realizzarla.

LABORATORIO AUTOGESTITO LA MICCIA

Micheal Foucault E Il Gruppo Di Informazione Sulle Prigioni

Venerdì 14 maggio ore 21

Vagli a spiegare che è primavera. secondo appuntamento di informazione e lotta contro le prigioni.

Con Salvo Vaccaro.

https://us02web.zoom.us/j/88203519909
ID riunione: 882 0351 9909

L’8 febbraio 1971 Foucault annuncia la creazione del Gruppo d’informazione sulle prigioni (GIP). Il Gruppo ha sede presso l’abitazione dello stesso Foucault e raccoglie intellettuali, ex-detenuti, familiari di detenuti e militanti politici di varia estrazione. Il Gruppo rifiuta nettamente la possibilità di “migliorare, addolcire, rendere più sostenibile” il carcere. L’obbiettivo è quello di dar voce ai detenuti attraverso inchieste che “accrescano l’intolleranza verso il carcere e ne facciano un’intolleranza attiva”, nella consapevolezza che “la prigione inizia ben prima dei suoi portoni”. Da questa attività militante nascerà nel 1975 “Sorvegliare e punire”, uno dei libri più noti di Foucault: un testo fondamentale per comprendere la nascita della prigione e le dinamiche di potere che la sostengono, ma anche per immaginare forme di resistenza da opporgli. Per creare una società senza più prigioni che, “al posto di rispondere alla delinquenza con la repressione, ne curi le cause”.

incontrontro organizzato da

– Lab. Autogestito la Miccia
– Laboratorio Anarchico Perlanera
– Federazione Anarchica Torinese