BOSCO DEI PARTIGIANI – APERITIVO E ASSEMBLEA PUBBLICA

Il corteo del 25 aprile di quest’anno è terminato al bosco dei partigiani. La scelta non è stata casuale. Il boschetto da diversi anni è un vero e proprio laboratorio di sperimentazione e gestione dal basso di questo pezzo di città.

Numerosi eventi e iniziative, portate avanti da diverse realtà, hanno dimostrato come la messa in sicurezza di un luogo dipenda dalla capacità delle persone di attraversarlo, con la propria creatività, la propria voglia di mettersi in gioco e di lottare. A nulla serve l’introduzione di telecamere o di ronde di polizia se un posto non è vissuto quotidiamente da una collettività che se ne prende cura responsabilmente e dal basso.

In questa ottica resistere alle paranoie securitarie, respingere le passeggiate elettorali di chi si ricorda dei problemi della città ogni cinque anni, diventa un’esigenza vitale, per aprire spazi dove poter fin da subito sperimentare logiche diverse da quelle del consumismo, della delega, del bieco e feroce egoismo personale.

Per far sì che l’autogestione e la cura del boschetto continui invitiamo tutte le individualità e le realtà interessate alle sorti di questo luogo per un aperitivo + assemblea, per immaginare e progettare insieme le prossime iniziative.

VENERDÌ 20/5 H19:00

Bosco dei partigiani (anfiteatro)

ASSEMBLEA + APERITIVO

Incontriamoci

Organizziamoci

Per un boschetto dei partigiani libero e autogestito!

DISERTORI DELLE VOSTRE GUERRE – PARTIGIANI SEMPRE!

Grazie a tuttu per la bellissima giornata di ieri. Ci auguriamo che possa essere l’inizio di un percorso di lotta insieme.


Corteo antifascista contro tutte le guerre e contro tutti gli eserciti, solidali con tuttx lx disertorx.

Partenza da Piazza del Cavallo nei pressi della casa del partigiano anarchico e disertore Tartaglino, per arrivare al boschetto dei Partigiani, dove la giornata continuerà con vari dj set, banchetti, distro e Bar.

ASSEMBLEA ANTIFA ASTI


TESTO DEL VOLANTINO DISTRIBUITO
L’Italia è in guerra: 40 missioni militari che vedono impegnate le truppe italiane in Europa, Africa e Medioriente. Ben 18 di queste operazioni sono concentrate in Africa nel triangolo che va dalla Libia al Sahel sino al golfo di Guinea. Sono lì per fare la guerra ai migranti diretti in Europa e per sostenere gli interessi estrattivi dell’ENI. Il conflitto imperialista tra la NATO, che mira a continuare l’espansione ad est e la Russia che – dopo decenni di arretramento – ha deciso di passare al contrattacco, ha dato ancora più forza alla retorica militarista. Truppe italiane sono attualmente schierate in Lettonia e Romania, a ridosso del conflitto ucraino. Dall’inizio dell’invasione russa abbiamo assistito alla messa in scena di un “pacifismo armato”, chiaramente schierato con uno dei due imperialismi che si stanno sfidando sulla pelle di chi vive in Ucraina ed è costretto
ad affrontare morte, bombe, paura e coscrizione obbligatoria. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza. In questo modo è stato possibile inviare armi in Polonia per il governo Zelensky e aumentare la già folle spesa militare del nostro Paese. Essere partigiani oggi significa rifiutare di farsi arruolare in questo scontro, contrastare l’invio di armi al governo ucraino, lottare per il ritiro di tutte le missioni militari all’estero, lottare contro tutte le frontiere, complici con tutte le persone in viaggio sia che scappino da una guerra o che cerchino una vita diversa, contro la spesa bellica e per l’impiego di risorse in quello di cui davvero c’è bisogno: ospedali, scuole, trasporti. Essere partigiani, oggi come allora, significa anzitutto essere disertori. Come fu Giacomo Tartaglino: partigiano anarchico nato a Mongardino nel 1878. Egli fu in gioventù disertore della Prima Guerra mondiale e aiutò centinaia di disertori come lui a trovare rifugio in Svizzera. Tale attività gli costò una condanna a morte in contumacia. Ritornato in Italia dopo amnistia, subì per lunghi anni la repressione fascista e le conseguenze disastrose dell’imperialismo mussoliniano. Nel luglio del ’44, prese le armi e andò in montagna fra i garibaldini, con il nome di battaglia “Nedo”. Nel dopoguerra aderirà alla neonata Federazione Anarchica Italiana (FAI), facendosi promotore del gruppo “Pietro Ferrero”, con sede in via Mazzini 6.
La memoria di partigiani come Tartaglino non sta nelle stantie commemorazioni istituzionali. Non sta a fianco degli esponenti di partiti che fino a ieri leccavano il culo a Putin e oggi piangono per la guerra. Non sta a fianco dei
guerrafondai che si oppongono alla guerra spedendo armi. La Resistenza vive nelle lotte di chi oggi combatte le cause reali della guerra, con chi pratica forme di antimilitarismo attivo: nei porti, contro le fabbriche d’armi, contro le basi militari. Per un mondo senza frontiere. Per una solidarietà senza confini.

Quando diciamo che la guerra parte da “casa nostra” non scherziamo. Questo è un convoglio passato proprio dalla nostra stazione, non sappiamo qual era la sua destinazione, ma sappiamo per certo che sono mezzi che andranno in uno scenario di guerra!
Quest’anno la spesa sanitaria è diminuita di 5 miliardi di euro, le spesa militare e gli investimenti sulle armi non accennano a diminuire, se vogliamo opporci alle guerre dobbiamo ribellarci contro chi ci governa, allo Stato di emergenza bellico, all’aumento della spesa militare, all’invio di armi al governo Ucraino. Lottiamo per il ritiro di tutte le missioni militari all’estero, per la chiusura e riconversione dell’industria bellica, Per fermare le guerre non basta un no. Bisogna mettersi di mezzo. A partire dalla nostra città.
Lunedi 25 aprile ore 15:30 da piazza del Cavallo scendiamo in strada
Contro tutte le guerre !

CACEROLAZO ANTIMILITARISTA – Sab 9 Aprile H15

Il 9 Aprile come Assemblea antimilitarista siamo scesi in piazza contro le celebrazioni militariste per i cento anni della sezione alpini astigiana, abbiamo disturbato l’ammassamento in piazza san secondo con un cacerolazo. Tra interventi, cori e azioni di disturbo abbiamo cercato di spiegare l’assurdità di questa manifestazione. È da un mese che in piazza san secondo si incontrano associazioni, individui e collettivi che chiedono la pace e la cessazione del conflitto Russo – Ucraino, oggi in piazza Alfieri una “Cittadella Militare” è stata allestita per la tre giorni degli alpini.. come si fa a chiedere la pace e la fine delle guerre se permettiamo questo tipo di celebrazioni, se non diciamo nulla quando dei militari invadono letteralmente il centro delle nostre città?

Oggi un Cacerolazo rumoroso e rabbioso si è messo di mezzo alle celebrazioni degli alpini, ma l’opposizione contro tutte le guerre e a tutti gli eserciti in città non finiscono qui!
Il 25 Aprile attraverseremo in corteo la città in solidarietà a tutt3 i disertor3, contro tutte le guerre! Scendi in strada anche tu, fai girare la voce, opponiamoci a tutte le guerre!


Sab 9 Aprile H15 @ Corso Alfieri lato Unicredit – Asti

È passato poco più di un mese dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina. Dallo scoppio della guerra le piazze di mezzo mondo manifestano per la pace. Qui nella nostra città associazioni, gruppi e individui si incontrano in piazza san secondo tutti i sabati in nome della Pace e per la cessazione di tutte le guerre. Non possiamo rimanere indifferenti davanti alla notizia delle celebrazioni del centenario della sezione degli alpini astigiani che soppianteranno l’appuntamento mensile per la pace e occuperanno il centro storico con le loro celebrazioni militariste e con l’allestimento della “cittadella militare” in Piazza Alfieri.

Questo evento non è agghiacciante solo per il conflitto aperto in Ucraina, è agghiacciante per tutti i conflitti aperti dove l’Italia e il corpo militare degli alpini sono coinvolti, è agghiacciante perché davanti alle morti, alla violenza delle guerre e la volontà di alzare la spesa militare al 2% del pil (108 milioni di euro al giorno) nonostante la crisi e tutte le difficoltà economiche e psicologiche che le persone stanno affrontando dopo una pandemia durata due anni che ha completamente cambiato le nostre vite questi arrivano in città a celebrare la guerra!

Contro la cittadella militare in città
Contro le celebrazioni militariste
Contro tutte le guerre
CACEROLAZO!

Pentole, pentolini, cucchiai, mestoli, coperchi, fischietti, maracas! Porta con te qualsiasi oggetto che faccia rumore, guastiamogli la festa!

Leggi tutto “CACEROLAZO ANTIMILITARISTA – Sab 9 Aprile H15”

FURIOSX ! – GIORNATA TRANSFEM

FURIOSə – giornata transfemminista

Domenica 6 marzo dalle 14:30 il boschetto dei Partigiani sarà uno spaziotempo aperto, libero e transfemminista.

Uno spaziotempo in cui ritrovarci, stare insieme e sperimentare.

Uno spaziotempo in cui noi siamo al sicuro, il patriarcato no. Uno spaziotempo in cui il consenso, la solidarietà e la progettualità possano fiorire verso lo sciopero dell’8 marzo.

Non è fantascienza, è autodeterminazione e autogestione!

Vieni per chiacchierare, mettere musica, leggere qualcosa al microfono o ascoltare, ballare, bere qualcosa, rilassarti, cercare nuovi orizzonti, instaurare alleanze per le lotte di oggi e di domani.

Occupiamo questo spaziotempo per occuparci di noi. Siamo furiosə e gioiosə: siamolo insieme!

Mappa: https://www.openstreetmap.org/#map=19/44.90442/8.20092

CARNEVALE AL PARCO

L’1 Marzo si fa festa! Vi aspettiamo all’area verde Sebastiano scirè Risichella a San Rocco insieme al Collettivo Scirò con lo spettacolo “I musicanti di Brema” e molto altro!

Ci trovate lì dalle 16:30

SENZA FRONTIERE – La terra da quaggiù

ATTENZIONE!

L’EVENTO DI OGGI POMERIGGIO 6 FEBBRAIO È RINVIATO

Aggiorneremo con le nuove date il prima possibile.


Due giorni contro confini e Cpr
Sabato 5 Febbraio H16:00 in Corso Alfieri (Lato Unicredit) Punto info
“DA ASTI ALLA POLONIA SOLIDALI CON CHI LOTTA CONTRO LE FRONTIERE”
Domenica 6 Febbraio H16:00 al Diavolo Rosso parleremo dei Centri di permanenza per i rimpatri: I Cpr. Lo faremo insieme all’avvocato Gianluca Vitale e a Maria Matteo militante NoBorder.

Millennium bug – Una storia corale di Indymedia Italia

Sabato 18 Dicembre ore 18 @ Diavolo Rosso, Piazza San Martino 4 Asti

Presentazione del libro Millenniun Bug – Una storia corale di Indymedia Italia.

Ne parleremo assieme a uno dei curatori del libro edito da Alegre edizioni.

«Don’t hate the media, become the media». Con questo slogan nacque Indymedia – nel novembre del 1999 a Seattle – in occasione della mobilitazione contro il Wto che fu fondamentale per la diffusione del movimento No Global. Un sito per raccontare le proteste, che in quei giorni collezionò più di un milione di visitatori, numero incredibile per l’epoca e impressionante ancora oggi.
La grande forza di Indymedia fu l’open publishing: permettere a chiunque di pubblicare testi, immagini e video in uno spazio del sito chiamato Newswire. Fu una rivoluzione nel mondo della comunicazione, in anni in cui i computer e la rete non erano ancora diffusi ovunque, non c’erano gli smartphone, non esistevano i social network, e i grandi giornali avevano appena iniziato a mettere on line i propri siti statici.
Il tanto temuto Millennium bug a cavallo del secolo fu proprio quel movimento. Nell’arco di un paio d’anni Indymedia divenne un fenomeno globale, cambiando la percezione della rete come ormai riconosciuto anche a livello accademico. Stravolse la gerarchia delle fonti di informazione, con un progetto no profit basato sull’autogestione che anticipò molti degli strumenti nati successivamente.
Fu chiaro durante il G8 di Genova, quando le strade si riempirono di attivisti con telecamere, macchine fotografiche, e storie da raccontare. Quello strumento di diffusione aperto tolse dalle mani dei media mainstream la narrazione di quei giorni, rivelandosi poi decisivo anche in sede processuale.
In modo corale, con interventi in prima persona di alcune e alcuni degli attivisti che parteciparono al progetto, questo libro narra una possibile storia del nodo italiano di Indymedia.
Alcuni la considerano un’occasione persa, altri sono convinti di esser stati travolti dalle piattaforme proprietarie del web 2.0 di cui oggi vediamo gli effetti nefasti, altri ancora che quello strumento non potesse funzionare dopo la fine del movimento in cui era nato. Ma senza dubbio si tratta del più importante progetto di comunicazione autogestita della storia dei movimenti sociali.

Adesso Become the media è diventato un tema sussunto e ribaltato. Eppure quello slogan fu davvero la nostra svolta, come disse Jello Biafra dal palco al Green Party americano, nel 1999. Perché fino a quel momento i media erano associati al potere, al capitalismo. Mentre con Indymedia, per la prima volta, l’accesso alla comunicazione veniva dal basso. In questo senso Indy è stata precursore di ogni forma di citizen journalism e dei social network.

Genova 2001-2021 La memoria è un ingranaggio collettivo

GENOVA 2001-2021 LA MEMORIA È UN INGRANAGGIO COLLETTIVO

Domenica 12/12/2021
Diavolo Rosso (piazza san Martino At)

Dalle 16:00
Presentazione del fumetto
“NESSUN RIMORSO” con Lorena Canottiere e Marco Cazzato.

37 autori hanno contribuito a questo fumetto con pensieri, ricordi e prospettive sulle giornate di Genova 2001 e su tutto quello che ne è seguito.

A seguire proiezione del documentario
IN CAMPO NEMICO,
Storia di SUPPORTO LEGALE. [Italia 2021, regia di Fabio Bianchini] + Dibattito con attivista di SUPPORTO LEGALE.

A distanza di 3 anni dai giorni del G8 di Genova Indymedia, network di informazione indipendente internazionale, riceve una drammatica richiesta di aiuto: 25 manifestanti sono accusati di devastazione e saccheggio e rischiano molti anni di carcere.
Nasce così SupportoLegale che in poche settimane diventerà uno dei principali attori nella complicata storia dei processi relativi al G8. Saldamente ancorato all’idea che tutti gli imputati andassero ugualmente difesi senza fare distinguo sulle pratiche portate in piazza, il collettivo segue i processi fornendo un lavoro minuzioso sulle centinaia di ore di materiale audio e video portati in aula dalla procura, racconta in modo preciso e continuativo tutto quello che accade nei processi e per anni raccoglie fondi per sostenere il lavoro processuale prima e le persone in carcere poi. È una storia di reazione, di determinazione e di responsabilità collettiva, di persone che di fronte ad un meccanismo repressivo abnorme invece che fare un passo indietro decidono di dare battaglia “in campo nemico”.

CHIACCHIERATA TRANSFEMMINISTA – MASCOLINITÀ

28/11/2021 H16:00
al giardino di Piazza San Rocco (se fa troppo freddo o piove, ci si sposta alla Miccia).
Questo mese cadono due appuntamenti importanti: il 20 Novembre ricorre il Transgender Day of Remembrance, in cui si ricordano le persone trans vittime di violenza; il 25 Novembre è invece la giornata contro la violenza sulle donne.La violenza di genere che colpisce donne, persone trans, queer e non binarie è agita in grandissima maggioranza da uomini cisgenere. Perché? È una tara genetica nel cromosoma Y? È la fantomatica “natura” maschile? Nulla di tutto ciò.

La costruzione dell’identità di genere maschile in questa società patriarcale prefigura di per sé l’uso della violenza nel mantenimento del privilegio maschile contro le donne e le persone non binarie.

Non è difficile vedere come la nostra società fornisca fin dalla culla questi modelli patriarcali e disfunzionali di mascolinità.
Fermare la violenza di genere non significa solo imparare a difendersi dalla mascolinità patriarcale e violenta, ma imparare a scardinarla e superarla. Questo non possono essere le donne a farlo: bisogna che siano gli uomini a costruirsi nuovi modelli di mascolinità non patriarcali, non oppressivi e non machisti. Come? Crediamo che alcune pratiche sviluppate nei decenni dalle lotte femministe possono essere utili anche in questa ricostruzione – e liberazione – del maschile dal patriarcato.
<<Come spiega il filosofo femminista Lorenzo Gasparrini nel suo libro “Perché il femminismo serve anche agli uomini” (Eris Edizioni, 2020) “il principale inganno che crea il sistema patriarcale nei pensieri e nei gesti degli uomini è l’illusione della loro libertà, l’idea che il mondo sia a loro disposizione per realizzare i loro desideri, la convinzione di non essere toccati da costrizioni e imposizioni legate al loro genere”.

 
“Questa illusione”, prosegue Gasparrini, “poggia su solide basi: i condizionamenti che fondano la ‘normale’ maschilità, la ‘naturale’ identità maschile. Condizionamenti facilmente riassumibili in quei caratteri stereotipati tipici del maschio alpha: essere sicuri di sé, mostrare di non avere paura di nessuno né del giudizio degli altri; avere spirito combattivo, non arrendersi né lasciarsi andare, mantenere la parola; incarnare una forma di autorità, di potere o di talento”.
 
Questi stereotipi, assimilati fin da piccoli, diventano insegnamenti tossici. Uno dei più invalidanti è che “i bambini, i ragazzi e poi gli uomini non piangono, non manifestano emozioni”.
 
Il privilegio sociale che hanno gli uomini etero rispetto a ogni altro sesso ha quindi un costo non indifferente. Riconoscere che il patriarcato – un sistema di potere che ancora oggi premia soprattutto uomini etero e bianchi – impone e promuove un’idea impoverente di maschilità, se non addirittura castrante quando nega agli uomini un ampio spettro di emozioni (dalla tristezza alla paura), può rappresentare un momento trasformativo.
 
Riprendendo il titolo dell’agile libro di Gasparrini, il femminismo serve anche agli uomini perché “i femminismi sono pratiche di libertà create da donne che (…) raccontano, descrivono, analizzano e smontano meccanismi oppressivi sociali in atto su tutte e su tutti”.>> ( https://www.valigiablu.it/uomini-patriarcato-maschile-plurale/ )
 
Ci chiediamo allora: quali sono i modelli che attualmente la società impone a chi assegna un genere maschile fin dalla nascita? Quali di questi modelli causano quella violenza che quotidianamente come donne, soggetti non cis e non etero subiamo da parte degli uomini in questa società patriarcale? Quali di questi modelli invece comportano più danni psicologici – e rischi fisici – per gli uomini? Quali modelli di relazione sono preclusi al genere maschile? Cosa possiamo fare – come padri, madri, sorelle, fratelli, amici e amiche e amicu, compagnx e conoscenti, nel quotidiano, per iniziare a cambiare le cose? Come ci sono utili le risorse e le riflessioni portate dalle lotte femministe, transfemministe e queer per decostruire la mascolinità patriarcale? Come essere alleati, in quanto uomini etero e cisgenere, di queste lotte? 
RISORSE UTILI per riflettere, criticare, dibattere:
Riflessioni personali per cercare di superare la supremazia maschile https://anarcoqueer.noblogs.org/post/2013/01/02/cose-di-me-che-mi-spaventano/
Cinque testi per riflettere sulla decostruzione della mascolinità patriarcale, per costruire un’altra mascolinità, libera da oppressione e violenza. https://anarcoqueer.noblogs.org/post/2020/10/23/non-nasciamo-maschi-cinque-saggi-per-ripensare-lessere-uomo-nel-patriarcato/
Archivio di libri e contenuti https://compas.noblogs.org
Articoli:

PUNTO INFO ANTIMILITARISTA

CONTRO I MERCANTI DI MORTE
PUNTO INFO ANTIMILITARISTA
SABATO 13/11 H16:30, ASTI Crs Alfieri (lato unicredit).
Punto info aspettando il Corteo Antimilitarista a Torino del 20/11
Sabato 20 novembre scenderemo in piazza a Torino Contro i mercanti d’armi, le fabbriche di morte e le basi militari
Contro l’Aerospace & defence meetings
Contro la spesa di guerra e le missioni militari all’estero
Contro l’ENI
Contro la guerra ai migranti e ai poveri
Contro la violenza sessista di ogni esercito
Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere !