NOCCIOLE A BOMBA

Quest’anno abbiamo dovuto ripensare al modo in cui portiamo avanti le nostre attività e le nostre lotte, occupando maggiormente lo spazio virtuale durante l’isolamento dovuto al covid, e spostando le nostre attività integralmente all’aperto. L.A. Miccia è un posto piccolo, due stanzette appena, che tuttavia amiamo e che continuiamo a presidiare in attesa di condizioni migliori per poterlo vivere nuovamente in modo collettivo. Questo significa che dobbiamo continuare a sostenerne anche i costi: bollette ed affitto ma anche acquisto di libri e stampa di opuscoli curati dal nostro centro di documentazione CDL Felix (@cdlfelix), spese per i volantini, l’organizzazione e la partecipazione a eventi vari, presidi, benefit in sostegno di altre realtà, etc. Le nostre attività di autofinanziamento, fatte di piccoli eventi conviviali, non saranno possibili ancora per un po’ perchè vogliamo essere sicurx di poterle riprendere in modo sicuro ed inclusivo per tuttx. 
Per far fronte a queste spese, coerentemente con i discorsi che portiamo avanti sull’autoproduzione e sul tentativo di emancipazione dal mercato capitalista, abbiamo preso in gestione collettivamente un piccolo noccioleto. In attesa del raccolto, e di poter quindi determinare la qualità e la resa delle nocciole, iniziamo a spargere la voce tra singolx, g.a.s. e mercatini solidali. Le nocciole sono di varietà trilobata (tonda gentile), non sono stati effettuati trattamenti negli ultimi 4 anni, e tutto il lavoro necessario alla pulizia e raccolta è volontario da parte del nostro collettivo e persone solidali. Il noccioleto è in provincia di Asti ed è casa per un sorprendente numero di animali liberi, tra cui scoiattoli rossi, picchi, lucciole e almeno un tasso, e sarà nostra cura lasciare a terra il raccolto di alcune piante per non privare di risorse gli animali che contano proprio sulle nocciole nei lunghi mesi invernali. Se interessatx a ricevere info dopo il raccolto contattateci in privato o via mail: astiosa @ autistici.org

Ai fascisti neanche un sottopasso!

Esattamente un anno fa abbiamo partecipato al primo Pride cittadino, e lo abbiamo fatto in modo provocatorio e dissacrante. I contenuti che abbiamo voluto portare all’interno del Pride riguardavano anche una critica alla delega delle lotte, che una volta entrate nel carrozzone della politica istituzionale diventano per forza oggetto di compromesso e trattativa politica.

Noi pensiamo che per costruire percorsi concreti verso una società fatta di individu* liber* ed ugual* si debba agire tramite l’ azione diretta, l’autogestione e l’autodeterminazione.

Delegare, scendere a compromessi con la politica di palazzo, sperare in una legge che migliori le nostre condizioni di vita, non porterà alla liberazione delle corpe oopresse da questo sistema cis-etero-patriarcale!

Oggi la stessa amministrazione che ha patrocinato il Pride pretende che l’associazione Asti Pride spartisca il medesimo spazio con i fascisti. Proprio per questo oggi 06 luglio saremo in piazza Marconi alle 17:30 per ribadire con chiarezza che “ai fascisti neanche un sottopasso”, vi vogliamo fuori dalla nostra città, fuori da ogni spazio!

⁺*・༓☾ Chiacchierata Transfemminista ☽༓・*⁺

DOMENICA 19 LUGLIO H 18.00 @ Area verde Sebastiano Scirè Risichella – Asti

Vol. V – TRANSFEMMINISMO INTERSEZIONALE: RIFLESSIONI SULL’ALLEANZA TRA ISTANZE FEMMINISTE E LGBTQIA+

Il mese del pride è appena passato, e quest’anno il Pride istituzionale si è svolto online.

Lo svolgimento online della manifestazione garantisce che solo chi è già interessatx vi partecipi. Rivendicare uno spazio pubblico invece, in modo indecoroso, gioioso, e sì, sfacciatamente carnevalesco, è oggi più che mai fondamentale – in questa come in altre lotte.

La presa di posizione dell’amministrazione nel voler dividere il progetto di riqualificazione del sottopasso tra Asti Pride e i fascisti è un esempio più che mai palese del modus operandi istituzionale, dal quale possiamo trarre una semplice constatazione: libertà e autodeterminazione non ci verranno regalate, vanno conquistate e presidiate, giorno dopo giorno.

Sentiamo parlare di razzismo al contrario, di eterofobia, di sessismo inverso e nazifemminismo, di fascismo degli antifascisti: tutti segnali di una reazione al cambiamento che le lotte antirazziste, femministe e LGBTQIA+ portano nella società, segnali che ci dicono che chi detiene certi privilegi non vuole rinunciarvi. Questo è soprattutto il momento di stringere alleanze, di ascoltare le voci che ci arrivano da chi lotta accanto a noi ed essere megafono di quelle voci, di prendere parola e occupare lo spazio pubblico.

Ci piacerebbe davvero molto chiacchierare di tutto questo, di come queste cose impattano sulle nostre vite, di come queste istanze ci siano passate accanto invisibili. Siamo dell’idea che nessunx nasce imparatx, pertanto sarà anche un’occasione di confronto e di formazione: non esistono domande stupide!

Rispetto alle altre chiacchierate, questa volta vorremmo partire da regole condivise da tuttx sullo spazio di parola, per cercare di autogestirci nel modo più inclusivo possibile. Queste sono le nostre proposte, se ne avete altre comunicatecele 🙂

Ne discuteremo brevemente prima di iniziare per assicurarci che siano condivise e rispettose di tuttx le persone che parteciperanno:

♡ Nel rispetto di tutte le individualità, non diamo per scontato il genere e il pronome da assegnare allx nostrx interlocutorx.
♡ Cerchiamo di gestire i tempi nel rispetto di tuttx soprattutto se siamo in tantx.
♡ Cerchiamo di non interrompere e non parlarci addosso.
♡ Tuttx devono poter parlare se lo desiderano, ci sarà quindi una moderatrice che darà parola a chi la chiede.
♡ Ricordiamo che questa è una chiacchierata inclusiva.
♡ Toccheremo certamente argomenti che ci accendono, ma cerchiamo di non dirigere rabbia e indignazione verso lx altrx partecipanti alla chiacchierata.

La chiacchierata sarà all’aperto e manterremo le distanze necessarie a garantire a tuttx la partecipazione in modo sicuro. Porteremo qualche sedia, ma se puoi portati uno sgabello, o una coperta da mettere a terra.

Aperto a tuttu gli esseri umani di ogni genere, orientamento, età, forma e colore. Venite numeros* a portare le vostre esperienze e curiosità, domande e risposte, libri da consigliare, letture, canzoni, anche solo ad ascoltare e passare un pomeriggio piacevole e un po’ diverso!

♡♡♡ Ricordiamo che L.A. Miccia è uno spazio libero e antisessista: fasci, machi, bulli, omofobi, transfobici e razzisti non sono benvenut*. ♡♡♡

FREE(K) PRIDE – FROCIAL MASS

Tra il 27 e il 28 giugno 1969 a New York, nel bar Stonewall Inn, la comunità gay, lesbica, trans, queer di New York si ribellò all’ennesima violenta retata della polizia. Gli scontri andarono avanti per giorni, e fu il primo Pride della storia. Oggi le comunità nere e razzializzate si stanno ribellando in tutti gli Stati Uniti contro lo stesso tipo di società che non ha rinunciato né al razzismo né all’oppressione dell’etero-patriarcato. La nostra società non è diversa, e in questi mesi l’emergenza sanitaria ha evidenziato ancora di più l’indifferenza e la violenza sistemica a cui sono sottoposte tutte le soggettività che non hanno certi privilegi: chi è in carcere o in un cpr, le donne, chi viene da un paese straniero e ha la pelle nera, le persone queer, non binarie, omosessuali e bisessuali, in transizione, le persone malate, anziane, con problemi di dipendenze o con problemi mentali. In questa data storica vogliamo stare al fianco di tutte le persone discriminate e marginalizzate perchè non conformi, devianti, inutili e perciò sacrificabili, secondo la logica di ferro di questo sistema politico ed economico criminale. Nonostante l’epidemia, e anzi proprio per quello che ne è emerso, anche quest’anno un Pride è NECESSARIO.  

Il coordinamento Torino Pride, l’associazione di secondo livello che a Torino raggruppa tutte le associazioni lgbt+ mainstream, comprese le lobby liberal espressione dei partiti di maggioranza, e polis aperta, un’associazione di sbirri gay, ha deciso quest’anno di celebrare, nel cosiddetto pride month, il “primo pride online della storia”.

Anche quest’anno preferiamo invece aderire entusiastu ed indecorosu alla Frocial Mass chiassosa, solidale e inclusiva, sempre in lotta come fu a Stonewall contro ogni discriminazione, ogni ingiustizia, ogni segregazione! 

https://ahsqueerto.noblogs.org/post/2020/06/21/11-luglio-freek-pride-frocial-mass/

 

Chiacchierata Transfemminista! VOL. IV ⚧

Questa chiacchierata “a ruota libera” è stata forse necessaria per sfogare l’ansia dei lunghi mesi passati, ma ci siamo resx conto che non tuttx sono riuscitx a prendere la parola, e questo ci dispiace perchè come collettivo avremmo dovuto gestire gli interventi per includere tuttx.

La prossima volta proveremo a darci qualche regola, condivisa e stabilita all’inizio tra lx partecipantx, per dare spazio a tutte le persone che desiderano prendere la parola e condividere esperienze!


 
DOMENICA 14 GIUGNO H. 18 @ PARCO RISICHELLA ZONA SAN ROCCO -ASTI-
CHIACCHIERATA TRANSFEMMINISTA ♥ RIPRENDIAMO DA DOVE ABBIAMO LASCIATO ♥
 
L’otto marzo eravamo pronte a portare i nostri corpi e le nostre idee in piazza, per una chiacchierata pubblica. Per parlare della sicurezza delle strade che attraversiamo, della violenza che ci raggiunge comunque sotto all’occhio onnipresente delle telecamere, nel privato delle nostre case e nei luoghi di lavoro. Per riflettere sulle alternative a quella sorveglianza che non ci rende più sicurx ma solo più oppressx, alternative che vogliamo fatte di solidarietà e autodifesa.
 
Non è stato possibile perchè il divieto alle manifestazioni, anche se all’aperto e con il corretto distanziamento, è stata la misura di sicurezza più tempestiva per contrastare la diffusione del coronavirus.
 
L’emergenza sanitaria ha poi monopolizzato la nostra quotidianità e il dibattito pubblico. Non sono mancate riflessioni sull’impatto dell’epidemia e delle misure di distanziamento per le donne e per tutte le persone queer, trans, bi e omosessuali: convivenza con partner violenti, violenze domestiche e femminicidi durante il lockdown, la difficoltà a raggiungere i centri antiviolenza, il peso dei lavori di cura – retribuiti e non – che sono ricaduti come sempre per la maggior parte sulle spalle delle donne, il peso e la violenza di dover convivere forzatamente con persone che non riconoscono la propria identità di genere o il proprio orientamento sessuale, la difficoltà o l’impossibilità ad accedere alle terapie ormonali per le persone trans, la difficoltà di accesso alle interruzioni volontarie di gravidanza, le gravi difficoltà economiche di chi lavora in nero comprese le persone che fanno lavori sessuali. 
 
Discorsi e testimonianze importanti che hanno viaggiato in forma virtuale, e che vogliamo ora condividere tra tutte e tutti e tuttu, parlando di questo periodo e di come l’abbiamo vissuto, di quali misure solidali si possono mettere in atto durante le emergenze, di tutto quello che ci viene in mente! Per confrontarci, ascoltarci, metabolizzare il trauma, sostenerci a vicenda e costruire una rete solidale e inclusiva.
 
Incontriamoci dunque faccia a faccia! Chiacchieriamo!
 
Approfittando della bella stagione proponiamo un incontro all’aperto così si riduce la possibilità di contagio e riusciamo a mantenere la distanza.
 
♥ Porteremo qualche sedia, ma se puoi portati uno sgabello, o una coperta da mettere a terra.
 
♥ Portati qualcosa da bere e sgranocchiare, se vuoi fare un po’ di aperitivo. Per il momento evitiamo di condividere cibo e bevande tra più persone!
 

Aperto a tuttu gli esseri umani di ogni genere, orientamento, età, forma e colore. Venite numeros* a portare le vostre esperienze e curiosità, domande e risposte, libri da consigliare, letture, canzoni, anche solo ad ascoltare e passare un pomeriggio piacevole e un po’ diverso!

Ricordiamo che L.A. Miccia è uno spazio libero e antisessista: fasci, machi, bulli, omofobi, transfobici e razzisti non sono benvenut*.

 
 

Spesa Sospesa

Siccome l’ultima cassetta della nostra spesa sospesa è sparita (a una prima ipotesi avevamo pensato agli UFO, ma non escludiamo qualche zombie scappato dal laboratorio che se la sarebbe mangiata intera)…

RILANCIAMO la spesa SO-SPESA: invitiamo tutt* coloro che volessero portare la propria solidarietà, a offrire beni di prima necessità a chi è in difficoltà in questi mesi.

Consapevoli della forza della SOLIDARIETÀ e del MUTUO APPOGGIO, vi riproponiamo la cassetta SO-SPESA: se puoi metti, se hai bisogno prendi.

DOVE: nei pressi del Laboratorio Autogestito La Miccia (Via Toti, 5, Asti)

QUANDO: martedì e giovedì in mattinata, mercoledì sera (dalle 20.30)

BERGOGLIO. IL VOLTO E LA MASCHERA

Parte uno:

Parte due:

L’itinerario del papa più amato da certa sinistra italiana, il gesuita approdato in Vaticano per sistemare gli scheletri nell’armadio della Chiesa Cattolica, dalla pedofilia ai conti neri della banca vaticana.
Bergoglio, a capo dei gesuiti argentini negli anni feroci della dittatura, quando gran parte della Chiesa si schierò con i torturatori e gli assassini, si è nutrito di peronismo e dell’ambigua Teologia del Pueblo.
La strategia comunicativa di un papa al passo con i tempi, populista e reazionario, un gesuita che attacca la libertà delle donne, degli omosessuali delle persone transessuali.

Ne parleremo con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano.

!!!RIMANDATA!!! PRESIDIO + CHIACCHIERATA TRANSFEMMINISTA IV

!!ATTENZIONE!!
L’evento dell’8 marzo è rimandato a causa dell’ordinanza ministeriale per l’emergenza Coronavirus.
Non vogliamo che questo evento si trasformi in una scusa per azioni repressive, né che restino escluse compagne per motivi di cautela sanitaria.
Ci sentiamo tuttavia di far notare la macroscopica contraddizione di queste misure, che aboliscono e vietano il contatto umano e l’aggregazione culturale, di svago, sportiva e tuttavia tengono bene aperti luoghi di lavoro produttivo e i luoghi di consumo. Siamo al punto in cui per tutelare la salute pubblica chi chiedono di rinunciare al poco tempo libero e alle nostre lotte, e siamo tutt* dispost* a fare questo sacrificio. Però poi per tutelare il PIL ci mandano ad ammalarci nelle fabbriche, negli uffici e nei cantieri, e non abbiamo scelta, perchè senza soldi non si tira avanti e sono di nuovo i più vulnerabili a patire per primi e più duramente le conseguenze della mancanza di lavoro. E diciamoci la verità, in fondo siamo ormai abituat* al fatto che di lavoro si muore, e siamo tutt* un po’ dispost* a morire per lavorare.

 

Ci sentiamo inoltre di ribadire che nonostante il clima di emergenza, è di estrema urgenza continuare a combattere il patriarcato, in ogni città, in forma individuale se non collettiva. L’otto marzo è un giorno simbolico e la nostra lotta non si limita certo a questa giornata, ma è un giorno che non ci faremo togliere.


Portiamo in piazza la nostra chiacchierata transfemminista per ribadire che la sicurezza non ce la danno telecamere, ordinanze e tribunali, ma un’azione collettiva e solidale tra tutte le vittime del sistema patriarcale: donne, persone trans, individualità queer e lgbtqia+

PORTATI UNA SEDIA E UNISCITI A NOI!

SCARICA VOLANTINO

LA NOSTRA SICUREZZA NON È FATTA DI TELECAMERE

Per la nostra sicurezza non servono telecamere, divise e tribunali. Per la nostra sicurezza dobbiamo distruggere la cultura dello stupro e il patriarcato.

Di cosa stiamo parlando?

Noi donne, noi persone trans e LGBTQI+ sappiamo bene cos’è il patriarcato: fischi, scherni, insulti, palpate. Le aggressioni, le botte, gli stupri. La morte, per femminicidio e per suicidio in seguito a revenge porn o violenze, come è capitato nella nostra città alla giovane ragazza trans che si è tolta la vita nel 2017 in seguito ad una violenza sessuale in un parco cittadino.
Le telecamere c’erano, ma non è cambiato nulla.

Il patriarcato è quello che ci ha insegnato a rassegnarci e sentirci vittime impotenti, a mimetizzarci e nasconderci, a non frequentare la città buia, a non bere troppo. Andiamo in bagno in branco e camminiamo veloci fingendo di telefonare.

Impariamo a rispondere “sono fidanzata” ad una avance insistente invece di rispondere “vattene affanculo”, come se ciò che ci legittima a rifiutare quella proposta fosse solo che siamo già di un altro. Impariamo a cercare protezione in famiglia, ma troppo spesso scopriamo che è proprio il partner che ci mena e ci violenta, ci manipola, ci priva della nostra indipendenza e se proviamo a lasciarlo è anche peggio. Non è difficile ritrovarsi in una quotidianità fatta di abuso in cui è normale essere picchiate, minacciate e chiuse a chiave in casa, fino a doversi calare dal balcone per andare a lavoro spaccandosi i talloni, come è successo proprio qui ad una donna che ha subito per anni violenze da parte del partner.

Ad Asti solo nel 2019 ci sono stati 162 accessi di donne al pronto soccorso per violenza domestica. I numeri sono in crescita ma sappiamo che è solo la punta dell’iceberg, perché prima di arrivare al pronto soccorso sono decine e decine gli episodi che vengono nascosti.

Il patriarcato è quando denunciamo, quando ci facciamo refertare in pronto soccorso, e impariamo poi che non esiste misura cautelare in grado di proteggerci, e in tribunale dobbiamo andare per difenderci, non per testimoniare le violenze subite.
Si siamo sopravvissute, ma come eravamo vestite?

Abbiamo bevuto? Lo abbiamo invitato a casa? Lo abbiamo provocato? Abbiamo forse causato quel raptus in qualche modo? Forse era solo folle d’amore. Lo abbiamo tradito o volevamo lasciarlo?

Ci insegnano ad affidarci alle forze dell’ordine, poi però quando sono i carabinieri a violentare, in tribunale le vittime si sentono chiedere se provano una segreta attrazione per gli uomini in divisa, e se indossavano le mutande.

Non ci servono a niente strade piene di lampioni, telecamere e divise, perché la causa di tutta questa violenza non è nel buio dei marciapiedi e nella carenza di forze dell’ordine, è nel sistema patriarcale che ci definisce come proprietà di altri, lavoro domestico e corpi gratis a disposizione degli uomini.

Non vogliamo che della nostra sicurezza si prenda cura lo stato, con il suo apparato di forze dell’ordine, galere e confini.

Vogliamo essere libere e questa libertà ce la dobbiamo prendere noi, nessun altro ce la può dare. Creiamo reti solidali e distruggiamo la cultura dello stupro, distruggiamo il patriarcato.

Attraversiamo con i nostri corpi e le nostre storie tutti gli spazi pubblici e privati, rendiamo sicure le strade invadendole con le nostre voci, accogliamo ogni persona che ci sia sorella in questa oppressione e in questa lotta, e tutte insieme vomitiamo sulle norme eteropatriarcali.

Per questa libertà l’8 marzo saremo in piazza!

LABORATORIO AUTOGESTITO L.A. MICCIA
NON UNA DI MENO ASTI

CULTURE DEL DISSENSO 13-15 MARZO

Causa APOCALISSE ZOMBIE delirio coronavirus, abbiamo dovuto spostare gli appuntamenti della seconda parte di rassegna “Culture del dissenso”.
Ecco le nuove date:
VENERDI’ 13 MARZO
H 21:00
proiezione del docu-film “I figli dello stupore. La beat generation in Italia” di Francesco Tabarelli (2018).
DOMENICA 15 MARZO
H 16:00
Presentazione del libro di poesie: “Non costerò un centesimo”, Autoproduzioni Fenix (2019).
Incontro con l’autore GIANNI MILANO
Classe 1938 e originario di Mombercelli, Gianni è poeta, anarchico e pedagogista. Fautore di un insegnamento libertario, sarà per questo sospeso 5 anni dall’insegnamento elementare. Protagonista assoluto del movimento underground e beatnik italiano, incontrerà Allen Ginsberg e il Living Theatre, rimanendo in contatto con Fernanda Pivano. Autore di numerosi libri, affidati a piccole case editrici e autoproduzioni, è militante no tav e antimilitarista.