RIFLETTERE SULLA POSSIBILITA’ DI CAMBIARE

Siamo tutti chiusi in casa. Tutti fermi, tutti o quasi. Chi può, chi non deve muoversi per necessità, ma la maggior parte di noi è a casa. Automobili ferme, alcune aziende ferme, negozi chiusi.

Ci siamo fermati noi e ha potuto mettere il naso fuori la natura. Il cielo è azzurro, i delfini nuotano vicino alle coste e alle città si avvicinano caprioli e volpi. L’uomo non si è estinto e non sono passati 10 anni da quando abbiamo iniziato questa reclusione. 10 giorni a stento e la natura si è ripresa qualche spazio.

Come riporta L’Unione Sarda, diversi cinghiali sono stati visti per le strade di Sassari, probabilmente per via dello strano silenzio di questi giorni e dell’assenza di persone. In cerca di cibo, gli animali sono stati immortalati in diverse zone deserte della città. Mentre nelle acque più pulite di Cagliari e l’assenza di traghetti e navi hanno portato diversi delfini ad avvicinarsi alla costa. A Venezia, l’acqua dei canali è tornata trasparente e limpida, così tanto da far intravedere pesci e fondali.[1] Tre fenicotteri sono stati avvistati ieri al tramonto, planare nei cieli di Milano. Un cigno, in serata si è accostato alle paratie del Naviglio Grande. Vicino a San Donato Milanese, zona fortemente industrializzata, sono tornate le cicogne. Una famigliola di volpi è stata vista gironzolare per strada nella periferia sud di Milano.[2]

Ma c’è un’altra conseguenza di questo arresto generale: nel Nord Italia, una delle aree più inquinate del continente, da metà febbraio la concentrazione di NO2 (diossido di azoto), è diminuita del 10 per cento. Infatti il rallentamento delle attività produttive in Italia come in Cina, e soprattutto degli spostamenti ha ridotto i livelli di inquinamento dell’aria.

Come è noto, le emissioni di anidride carbonica legate alle attività umane sono in aumento fin dall’inizio della Rivoluzione industriale in Inghilterra nel Settecento, e sono aumentate in particolare nel corso del Novecento, con la progressiva industrializzazione di tutti i paesi del mondo, ma nell’ultimo secolo è capitato varie volte che importanti eventi storici abbiano avuto un impatto sull’inquinamento atmosferico. Secondo i dati messi insieme dal Global Carbon Project è successo in occasioni di gravi crisi che hanno coinvolto gran parte del mondo: le guerre mondiali, le crisi economiche mondiali e avvenimenti con grandi conseguenze geopolitiche, come il crollo dell’Unione Sovietica.[3] Ad una crisi del sistema corrisponde una diminuzione dell’inquinamento, ovviamente circoscritto a quel limitato periodo. Infatti anche ora ci si aspetta che questa improvvisa boccata d’aria per la Terra, non sia altro che temporanea, legata quindi all’inattività di questo periodo di blocco generale. Una volta finita a quarantena è scontato che si innalzeranno nuovamente i livelli di inquinamento.

Oppure, si potrebbe provare ad utilizzare questo periodo come ad una prova. Se lo possiamo fare per 20 giorni, perché non lo possiamo fare sempre? Perché non ripensare ad una società, ad un sistema che vada oltre al surplus di produzione di prodotti inutili. Perchè non vivere di essenziale? Intimissimi ha chiuso temporaneamente dicendo “i nostri prodotti non sono necessari”. Esatto, non lo sono. Se iniziassimo a ripensare ad un sistema che produce meno e ciò che serve? Se limitassimo gli spostamenti auto, navali e aerei all’essenziale, cosa accadrebbe? Come sarebbero i mari e i cieli? Gli studi stanno mettendo in luce che ci sono delle correlazioni tra la diffusione del virus e i tassi di inquinamento. Ma questo vale non solo per il Covid-19, ma anche per un più conosciuto morbillo. L’aria, la terra, l’acqua sono in stato di collasso, questo perchè noi come esseri animali-umani ne stiamo facendo un uso sconsiderato e spropositato. Stiamo però provando sulla nostra pelle che non è impossibile cambiare, sicuramente difficile, ma non impossibile. Potrebbe essere la nostra occasione per imparare da questa pandemia una lezione che potrebbe trasformarsi in una rivoluzione. Non aspettiamo la fine per tornare a rimpolpare le fila dello sfrenato consumismo, fermiamoci e ascoltiamo la nostra Terra.