CONTRO TUTTE LE GALERE – ROMPIAMO L’ISOLAMENTO

Sabato 6 maggio ci siamo ritrovatx sotto le mura del carcere della nostra città, a Quarto d’Asti. Sull’onda della lotta portata avanti da Alfredo Cospito e la mobilitazione internazionale al suo fianco abbiamo provato a rompere quel muro di silenzio e isolamento che divide I prigionieri dal resto della città.
Abbiamo raccontato a tuttə loro dello sciopero della fame di Alfredo e  che per le strade e per le piazze si è lottato contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo per più di 6 mesi e non solo in Italia, abbiamo raccontato che ad oggi molte persone sanno che le punte di diamante del sistema carcerario italiano, sono strumenti di morte, annichilimento, tortura e che Il 41 bis e l’ergastolo non sono “condanne sproporzionate” solo per Alfredo, ma sono lente condanne a morte per tutte le persone che li subiscono.
Abbiamo parlato delle rivolte del marzo 2020 e di come lo stato le abbia represse nel sangue uccidendo 1 persone,  degli 84 suicidi in carcere nel solo anno 2022, abbiamo gridato con forza che vogliamo tuttx liberx e che fuori per le strade continuaimo a lottare per far si che di galere e Cpr, le prigioni per chi è senza documenti, rimangano solo macerie.
Abbiamo gridato la nostra solidarietà oltre quelle mura a tutta la popolazione carceraria, comunicando che sappiamo le condizioni in cui sono costretti a vivere, una situazione di sovraffolamento, in questo momento sono in 282 su 205 posti disponibili. Nelle celle non c’è l’acqua calda. 
Abbiamo raccontato cos’è successo nel 2004 all’interno delle mura in cui si trovano, dove un detenuto era stato rinchiuso in una cella d’isolamento nudo, che in quella cella non c’erano neanche i vetri alle finstre, non c’era un materasso, l’unico cibo che gli davano era pane e acqua e le guardie lo hanno picchiato per mesi, fratturandogli una costola. Abbiamo raccontato che i medici all’interno non dissero nulla e che una guardia strappò a mani nude la  coda dei capelli del detenuto per regalarla al suo collega come regalo di natale. 
Le reazioni solidali dall’interno non si sono fatte attendere, rompendo per un giorno quel muro di cinta che ci divide, rompendo quel silenzio fatto di guardie, isolamento e violenza.
Mentre scriviamo queste poche righe c’è chi continua a lottare all’interno delle galere, un detenuto nel carcere di Bancali, Domenico Porcelli, 49 anni ha iniziato uno sciopero della fame da circa due mesi in solidarietà ad Alfredo Cospito e per protestare contro il prolungamento della misura del 41 bis nei suoi confronti, ha perso 15kg, ha deciso dal 3 maggio, di rifiutare le flebo e la sua salute è in condizioni critiche. 
Un altra storia di cui vogliamo parlare è quella di Alessio Attanasio un detenuto in stato di detenzione cautelare per dei fatti successi nel 2001,lui ha già scontato trent’anni di carcere di cui venti ininterrottamente in regime di 41 bis, al momento dopo un periodo di detenzione nel carcere di Massama nella sezione ad alta sicurezza (AS1) ad Oristano è stato ritrasferito in regime di 41 bis a Nuoro pur nonostante non ci siano i presupposti. Alessio in questo momento è in isolamento totale: non gli è permesso avere un fornelletto per scaldare i cibi, non ha la televisione, gli sono stati tolte le ante dell’armadio, non può continuare gli studi, lui è iscritto all’univesità di Sassari presso la  facoltá di Giurisprudenza, gli è stato negato di usare il computer per scrivere, studiare e visionare i suoi atti processuali. Dal 5 Marzo 2023 Alessio ha iniziato uno sciopero del vitto in solidarietà ad Alfredo Cospito.
In tanto il carcere continua ad uccidere, da inizio anno sono morte quasi 80 persone tra cui due detenuti entrambi ristetti nel carcere di Augusta nel Siracusano, deceduti in ospedale a distanza di un mese l’uno dall’altro per le conseguenze di uno sciopero della fame uno portato avanti per 60 giorni l’atro da 41, due persone, due essere umani morti nella totale indifferenza  nelle mani dello stato. 
Continuiamo a rilanciare fuori da quelle mura il coraggio e la forza di chi dentro continua a lottare contro la brutalità della detenzione.  
CONTRO TUTTE LE GALERE – TUTTX LIBERX 
SOLIDARIETÀ A TUTTX I/LE RECLUSX

PROSSIMI APPUNTAMENTI

TORINO
sabato 20 maggio
h 13 pranzo con distro e mostra informativa sulla lotta anticarceraria all’ex lavatoio occupato – corso benedetto brin 21, Torino
h 18 presidio solidale sotto le mura del carcere Lorusso e Cotugno Torino – appuntamento al capolinea tram 3
https://gancio.cisti.org/event/presidio-al-carcere-delle-vallette-4

sabato 27 maggio
h 17 saluto al carcere minorile di Torino Ferrante Aporti (via Berruti e Ferrari)
https://gancio.cisti.org/event/saluto-al-carcere-minorile-ferrante-aporti-via-berruti-e-ferreri-torino

MILANO
domenica 21 maggio
h 17 presidio al carcere di San Vittore, piazzale Aquileia, Milano
https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/05/14/presidio-al-carcere-di-san-vittore-milano-21-maggio-2023/

BOLOGNA
domenica 21 maggio
h 17 presidio al carcere della Dozza, via del Gomito, Bologna. Ritrovo in Piazza dell’Unità alle 16 per andare insieme in bus (linea 25)
https://brughiere.noblogs.org/post/2023/05/16/bologna-presidio-al-carcere-della-dozza/

41 BIS = TORTURA presidio al carcere di Asti

SABATO 6 MAGGIO H 15 – @ QUARTO D’ASTI – PRESIDIO AL CARCERE

Il 19 aprile, Alfredo Cospito dopo la sentenza alla consulta della corte costituzionale che ha di fatto dato ragione al compagno e al suo
avvocato facendo cadere la norma che avrebbe vincolato la Corte
d’assise d’appello di Torino a condannarlo necessariamente
all’ergastolo, ha deciso di interrompere lo sciopero della fame che
portava avanti da 6 mesi.

Lo sciopero della fame di Alfredo e la mobilitazione internazionale al
suo fianco hanno aperto una crepa nel regime di tortura del 41bis e
sull’ergastolo ostativo. Portiamo il racconto di questa importante
mobilitazione sotto le mura del carcere di Quarto d’asti.

SOLIDARIETÁ A TUTTI I PRIGIONIERI E LE PRIGIONIERE
PER UN MONDO SENZA GALERE


INFO: puoi raggiungerci direttamente presso il carcere di Quarto d’Asti in auto alle 15. Per chi volesse arrivare con mezzi pubblici ad Asti, ci vediamo alla Miccia (via toti 5) che è raggiungibile a piedi dalla stazione. Partiremo verso le 14,30 e possiamo organizzare passaggi.

IN LOTTA CONTRO FASCISMO, GUERRA E REPRESSIONE

Alcuni interventi di piazza durante la giornata.

Nel marzo 2020 sono scoppiate rivolte in 23 carceri italiane a seguito delle misure prese dallo stato per fronteggiare l’epidemia, principalmente per la decisione di sospendere i colloqui. Durante l’intervento della polizia penitenziaria per sedare le rivolte del carcere di Modena morirono 14 persone.

Nel 2022 è stato raggiunto il record di suicidi, 84 persone in un solo anno.
Ricordiamo che ogni morte in carcere è una morte di carcere, ogni suicidio all’interno del carcere è un omicidio di stato.

Da anni ormai si parla di sovraffollamento delle carceri italiane come un problema non risolvibile ma continuano ad essere oltre 31.000 i detenuti in attesa di processo e solo 13.000 le persone in misura alternativa.

In questi anni il carcere continua a mostrarci il fallimento degli obiettivi utilizzati per giustificare la sua esistenza.

I tassi di recidiva continuano ad essere superiori al 70% e questo dimostra il fallimento del carcere rispetto agli obiettivi di rieducazione e prevenzione.
Questi dati sono il risultato naturale di un’istituzione che si basa sulla violenza, che usa la deprivazione sensoriale come strumento di tortura, che infantilizza gli adulti al suo interno privandoli di ogni tipo di indipenza, che distrugge la dignità, che toglie la voce e rende invisibile chi è rinchiuso. Il carcere diventa sempre di più il contenitore di tutto il disagio prodotto da questa società, contenitore di tutti i corpi non conformi, di tutte le identità che non trovano un posto, di tutte le individualità indecorose che tanto preoccupano questo paese.

Il carcere diventa sempre di più un muro che cerca di dividere e isolare i compagni e le compagne che decidono di lottare contro il sistema assassino in cui siamo costretti a vivere.

In questa realtà di repressione sempre maggiore e di aggravamento delle pene l’unica proposta di depenalizzazione del governo è la richiesta di abolire il reato di tortura. La proposta è stata avanzata da Fratelli d’italia per tutelare l’immagine della polizia e permettere agli agenti di fare il proprio lavoro.

La punta di diamante di questo sadico sistema è il 41 bis, fino a poco tempo fa completamente sconosciuto ai più. In questo regime la persona viene chiusa in una cella 1,52 x 2,52 per 23 ore al giorno. L’ora d’aria concessa scorre all’interno di un cubicolo di cemento di pochi metri quadri, il cui perimetro è circondato da alte mura e il cielo è coperto da diversi strati di rete metallica. È permesso un solo colloquio audio e video registrato attraverso un vetro, una volta al mese, della durata massima di un’ora.
Il 41 bis è tortura, il 41 bis è l’arma statale per eccellenza in questa guerra contro il nemico interno, in questa guerra alle diverse forme di conflitto sociale.

Grazie alla lotta del compagno Alfredo Cospito e alla mobilitazione internazionale nata al suo fianco, negli ultimi mesi il muro di silenzio intorno a questi due infami regimi è stato rotto. Il 18 aprile Alfredo ha deciso di terminare lo sciopero della fame che portava avanti da ormai 6 mesi ma la sua e la nostra lotta continua per tutti e tutte le detenute sottoposte a questi infami regimi.

Sempre a fianco di chi lotta
Solidali con Anna, Alfredo, Ivan e Juan
Libertà per tutti i prigionieri e tutte le prigioniere .


CONTRO OGNI FASCICMO, LOTTA TRANSFEMMINISTA!
Il fascismo, nella sua forma istituzionalizzata del ventennio, si è concluso 78 anni fa. Non si è però esaurito il fascismo come ideologia, come cultura politica e anzi, nei decenni ha lavorato per rinnovarsi.

Il fascismo non è solo il faccione del duce,i fasci littori,le braccia tese e le teste rasate: è il feticcio della tradizione, la paura della differenza, il culto dell’eroismo e del militarismo, dell’obbedienza e del sacrificio, il disprezzo della vulnerabilità e della debolezza, il machismo, il culto del patriarcato e della famiglia patriarcale, il nazionalismo e l’orgoglio dell’ignoranza.
Oggi ci troviamo con un governo retto da un partito che fa espliciti riferimenti all’ideologia e all’estetica fascista. Questo sembra aver allarmato anche persone che si sentivano piuttosto al sicuro da eventuali “rigurgiti”, pensando forse che la democrazia e la costituzione fossero uno scudo sufficiente. Come transfemministe, non abbiamo mai dormito in quella sicurezza, abbiamo visto salite questa ondata nera, anno dopo anno più alta.

Una grande parte dell’identità fascista si costruisce attorno all’ideale patriarcale della famiglia tradizionale, eteronormata, riproduttiva. Qui la donna è costretta nel ruolo di angelo del focolare, custode della tradizione domestica e riproduttrice. Qui prende forma l’attacco all’aborto libero e sicuro, all’autonomia e autodeterminazione delle donne e delle persone che rifiutano le norme etero-cis-patriarcali, alle comunità LGBTQIA+ e ai movimenti transfemministi.

Negli ultimi anni i movimenti antiabortisti stanno ricevendo supporto un po’ ovunque e in Europa sono supportati dalle realtà dell’alt-right suprematista USA. Ad oggi se ne contano 350 in tutta Italia.
In Piemonte è stato costituito il fondo “vita nascente”, co-gestito tra regione e diverse associazioni dichiaratamente antiabortiste. L’obiettivo: far cambiare idea alle donne che desiderano interrompere la gravidanza, attraverso propaganda e aiuti economici. Questo fondo ha ricevuto 400 milioni di euro nel 2022 e ne riceverà un miliardo nel 2023. In questo modo sono state aperte ai movimenti antiabortisti le porte di consultori e ospedali.

A Novara, l’associazione “difendere la vita con Maria” continua a seppellire materiale biologico senza il consenso delle persone che effettuano l’interruzione di gravidanza: una violenza terrificante. Dal 1999 ha sepolto oltre 200.000 feti, costituendo cimiteri appositi con il benestare delle amministrazioni comunali.

In italia abbiamo quasi il 65% di obiettori di coscienza tra i medici, 72 ospedali hanno tra l’80 e il 100 per cento di obiettori di coscienza tra il personale sanitario. Non stupisce quindi che gli aborti clandestini stiano aumentando e che le persone che desiderano interrompere la gravidanza debbano spesso cambiare regione o provincia.
Negli ultimi mesi abbiamo visto aumentare da parte delle istituzioni la violenza verso le persone LGBTQIA+ e l’attacco alle identità e alle famiglie omogenitoriali, con il blocco della registrazione dei certificati di nascita e l’ostacolo all’educazione alla diversità nelle scuole.

Anche qui ad Asti, nelle scorse settimane, abbiamo visto comparire una serie di cartelloni pubblicitari con lo scopo di allarmare i genitori rispetto ai pericoli della fantomatica “ideologia gender” nelle scuole.

Gasparri negli scorsi mesi ha ripresentato una proposta di legge per modificare l’articolo 1 del codice civile, determinando la capacità giuridica della persona al momento del concepimento e non, come ora, della nascita. Anche Pillon ha tirato di nuovo fuori la testa dal cesso con una collezione notevole di dichiarazioni grottesche.
In questi giorni infine abbiamo sentito le parole agghiaccianti di Lollobrigida, ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare, e del capo del governo Meloni, su sostituzione etnica e lotta alla denatalità. Scuse e smentite non servono a nulla. Le parole d’ordine sono chiare e risuonano negli ambienti neo fascisti e alt right di tutta Europa: le donne sono chiamate a riprodurre la razza: quella italica, in questo caso.

Tutto questo non nasce oggi, si è costruito nei decenni. L’abbiamo sempre saputo e abbiamo lottato, come transfemminisx, come movimenti queer e LGBTQIA+. Troppe volte però abbiamo lottato solə, senza la forza che una parola come antifascismo riesce ancora a portare in piazza.

Per queste ragioni oggi non siamo qui per festeggiare la ricorrenza e darci pacche sulle spalle, siamo qui perchè sappiamo che il fascismo non è sconfitto, che siamo sotto attacco. Se vogliamo lottare in questo presente per una società di liberi e uguali, basata sulla solidarietà e non sull’odio, sull’ascolto e sulla cura e non sulla violenza, sulla costruzione di relazioni paritarie e non sulla gerarchia e sulla repressione, questa lotta deve essere non solo genericamente antifascista, deve essere transfemminista.

Liberarci dal patriarcato, dalle norme di genere e dal machismo interiorizzato è necessario per affrontare la lotta antifascista di oggi, tanto quanto riflettere sul razzismo e su altri tipi di privilegi che il nostro posizionamento può portarci.


STOP CASTELLER!

Dopo la morte di Andrea Papi, l’orsa JJ4 e stata caturata ed è ora detenuta nella prigione di Casteller, insieme a M49, rinchiuso ormai dal 2019. Entrambi gli orsi sono chiusi in uno spazio di pochi metri: una gabbia di cemento e sbarre di ferro, mantenuti continuamente sotto sedativi.

Parallelamente a questo, è stata disposta anche la cattura dell’orsa MJ5, che speriamo resti ben lontana dalle zone di ricerca. JJ4 e MJ5 sono in attesa di ricorso per sapere se il loro destino sarà l’ergastolo o la pena di morte.

Ancora una volta dietro alle dichiarazioni delle istituzioni, alle sparate giornalistiche e ai discorsi da bar, si sta giocando sulla pelle di qualcun*. Ancora una volta è sulla vita di un individuo che si giocano politiche e interessi personali, dove l’umano è l’oppressore e il non umano è l’oppresso.

Abbiamo visto diffondersi sui social la campagna #FUGATTIDIMETTITI, per manifestare la disapprovazione rispetto alla gestione di Fugatti della non facile convivenza tra umani e non umani in Trentino.
Fugatti è responsabile di una gestione pessima della situzione e di non aver fatto nulla per favorire la convivenza tra umani ed orsi. Crediamo tuttavia che le sue dimissioni non bastino a risolvere il problema, perchè questo problema non è l’espressione dell’agire di una singola persona. Ciò che Fugatti rappresenta politicamente sono gli interessi di lobby potenti in Trentino (e non solo) come quelle degli allevatori e dei cacciatori.

Questi interessi sono la peggiore espressione di un sistema gerarchico, specista ed antropocentrico che pretende di decidere sulla vita e sui corpi delle persone non umane, per sfruttarle come carne da macello, esotico bersaglio per i propri fucili, mascotte turistica: sempre oggetti della volontà umana e mai soggetti delle proprie vite.

Un sistema che ha permesso che l’ente parco Adamello Brenta abbia due cacciatori come presidente e direttore, oltre ad aver messo Fugatti sulle poltrone di presidente della Provincia autonoma di Trento e contemporaneamente di presidente della Regione Trentino.

Un sistema che è lo stesso che governa anche le nostre vite, che usa le stesse logice repressive, punitive e vendicative che lo stato democratico applica ogni giorno nei confronti di chi ritiene indesiderabile e pericoloso: carcere, violenza, una cella di pochi metri e il cemento al posto del cielo. Questa oppressione senza fine unisce le vite degli animali non umani e degli umani animalizzati nelle galere, sui confini, nei CPR e nel dispositivo di tortura noto come 41 bis.

Il problema è sistemico e continuerà a replicare il proprio dominio violento sulle vite dei non umani. Per queste ragioni non è riformabile e non crediamo alla favola della mela marcia. Dimesso un Fugatti, se ne farà un altro.

Rifiutiamo del tutto l’idea che qualcuno possa decidere sulla vita di individu3 che vengono trattat3 come esseri privi di autodeterminazione: come se JJ4 fosse un corpo vuoto, senza una sua personalità, individualità, interessi, piaceri, capacità di pensare e percepire il mondo. JJ4 è qualcun3 che sta al mondo, come chi scrive queste righe: prova emozioni, prende decisioni, vive. Come ciascunx dei miliardi di animali imprigionat3 negli allevamenti e ammazzat3 nei macelli ogni anno, come ogni abitante del mare che soffoca nella nostra plastica e nelle reti dei pescatori, come ogni insetto che muore intossicato in un mondo sempre più velenoso o in un allevamento green di ultima generazione.

Vogliamo urlare tutta la nostra rabbia perché ancora una volta delle istituzioni fanno violenza sul corpo di qualcun3, perché ancora una volta qualcun3 è stato imprigionat3 contro la propria volontà, ancora una volta a qualcun3 è stata tolta la libertà.

Invitiamo a rifiutare il metodo della delega, anche quando si tratta di individuare facili bersagli e di optare per il male minore: le istituzioni sono il frutto velenoso di una società specista, gerarchica, capitalista, razzista, violenta e oppressiva fino al midollo e nessuna soluzione potrà venire da loro.

LOTTIAMO PERCHÈ NESSUN3 SIA MAI PIÙ RINCHIUS3
A FUOCO IL CASTELLER, TUTTE LE GABBIE E LE GALERE
CONTRO TUTTI GLI OPPRESSORI


QUESTO 25 APRILE SI TORNA PER LE STRADE DELLA CITTÀ!

Contro fascismo, guerra e repressione

Partenza h 15:30 piazza della libertà

Arrivo Boschetto dei Partigiani

Bar, distro, dj set

CHIACCHIERATA TRANSFEMMINISTA APRILE

16 APRILE H 16 – @ BOSCHETTO DEI PARTIGIANI ASTI
Ad Aprile torniamo al Boschetto con la chiacchierata transfemminista
A seguire il Rap Transfem di Car direttamente da Torino!
La punta e alle 16:00 al bosco dei partigiani ad Asti.
Come sempre Distro birrette
Nei prossimi giorni nuove info..
SI PRESA BENE
NO MACHX BULLX E SBIRRX
In caso di pioggia saremo alla Miccia in Via Toti 5, Asti

FUORI ALFREDO DAL 41 BIS

SABATO 18 FEBBRAIO H 15:30 @ PIAZZA ALFIERI ZONA PEDONALE ASTI

Le iniziative solidali con Alfredo continuano anche ad Asti !, Questo sabato dalle 15:30 presidio solidale. Porta con te tutto quello che può attirare l’attenzione: Pentole, pentolini, fischietti ecc.

Alfredo Cospito è ormai da più di due mesi in sciopero della fame, la lotta che sta portando avanti ha aperto una breccia non solo sul 41 bis e l’ergastolo ostativo ma sul carcere e la represssione nel suo insieme. Da anni assistiamo all’accanimento delle istituzioni repressive contro il movimento anarchico e non solo, che colpiscono con sempre più forza chi lotta contro questo mondo e chi si trova ai margini della società. L’innalzamente delle pene per chi effettua un blocco stradale, strumento essenziale nelle lotte sindacali, le leggi sempre più dure in materia di immagrazione a chi si organizza per occupare le case e per membri di sindacati di base sono solo alcuni esempi. In un periodo storico nel quale crisi economiche, ambientali, belliche e sanitarie si susseguono senza soluzione di continuità allo Stato si impone la necessità di schiacciare ogni forma di dissenso e di proposta di costruzione di un mondo altro. La lotta di Alfredo ci fornisce lo slancio di uscire da quell’angolo che la repressione vorrebbe chiuderci, ora sta a noi fare da eco e rilanciare la sua lotta scendendo in strada contro ogni forma di repressione, per un mondo senza sfruttamento e galere. Per la libertà.

Fuori Alfredo dal 41 Bis! Carcere e repressione, incontro con gli avvocati

Domenica 12 Febbraio. Secondo appuntamento informativo. Questa volta saremo al Diavolo Rosso con l’avvocato Gianluca Vitale, uno degli avvocati del pool di Anna Beniamino compagna coimputata con Alfredo e l’avvocato Maurizio La Matina. Parleremo della vicenda di Alfredo e Anna, di carcere e 41 bis ma non solo… si parlerà di come la repressione dello stato si stia abbattendo con forza su ogni individualità o movimento in lotta in questo paese.

ANCHE IL CIELO PIANGE, OGGI


Carlo è una di quelle persone che lascia l’impronta. Chiunque lo abbia conosciuto, oggi, sente un vuoto. Ha saputo mettere allo specchio i volti di chi ha incontrato nella sua vita. Ha saputo mettere allo specchio la nostra città, la nostra comunità. Carlo non ha semplicemente fatto delle “cose” con le persone. Carlo ha saputo inserire il suo agire, il suo pensare, il suo costruire relazioni nei cicli della Storia umana. Carlo ha saputo mantenere l’equilibrio tra il posizionamento politico nei processi della Storia e l’umanità di tutti i giorni. Carlo non si è mai arreso al Realismo Capitalista generato dalla (come avrebbe detto lui) “cultura dominante”. Carlo ha costruito ponti tra le difficoltà degli individui e i processi collettivi di liberazione.
La stessa collettività in cammino per la quale ha sempre generosamente combattuto, si incontrerà Domenica 4 Dicembre alle ore 15.30 presso la sede del Coordinamento Asti est, in Via Monti, per condividere, ognuno a suo modo il ricordo di Carlo, per riflettere su cosa Carlo ci ha lasciato, la sua eredità, il suo esempio.
Lunedi 5 Dicembre alle ore 11.30 accompagneremo il compagno Carlo al Tempio Crematorio del cimitero di Asti per l’ultimo saluto.

Il Coordinamento Asti est

IL MONTE BEIGUA E LA MINIERA DI TITANIO

SAB 3 DICEMBRE H 19.30

Quattro chiacchiere con alcun3 compagn3 liguri sulla lotta contro la Miniera di Titanio nell’area naturale del Monte Beigua.

L’area naturale del Monte Beigua (al centro della Liguria tra Genova e Savona) è stata sotto attacco da parte di chi avrebbe voluto renderla una enorme miniera.

La minaccia è dovuta dalla presenza di rutilo, un minerale da cui si estrae il tQuattro chiacchiere con alcuni compagni di Savona sulla lotta contro la Miniera di Titanio nell’area naturale del Monte Beigua.

L’area naturale del Monte Beigua (al centro della Liguria tra Genova e Savona) è stata sotto attacco da parte di chi avrebbe voluto renderla una enorme miniera.

La minaccia è dovuta dalla presenza di rutilo, un minerale da cui si estrae il titanio, metallo molto richiesto dalle industrie soprattutto per batterie di computer, smartphone e pannelli solari, nel sottosuolo del Monte Tarinè.

Il progetto della ricerca di Titanio nell’area del monte Tarineè rientra nel modello dell’estrattivismo ovvero l’accaparramento di risorse per mano di grandi interessi privati, nazionali ed esteri, Stato e finanza nelle sue varie declinazioni. È la
più attuale tendenza del capitalismo che globalizza i suoi profitti condannando gli umani insieme a tutto il vivente allo sconvolgimento e alla miseria, portando con sé disgregazione delle comunità locali, militarizzazione dei territori e repressione violenta di ogni forma di
opposizione.itanio, metallo molto richiesto dalle industrie soprattutto per batterie di computer, smartphone e pannelli solari, nel sottosuolo del Monte Tarinè.

Il progetto della ricerca di Titanio nell’area del monte Tarinè rientra nel modello dell’estrattivismo ovvero l’accaparramento di risorse per mano di grandi interessi privati, nazionali ed esteri, Stato e finanza nelle sue varie declinazioni. È la più attuale tendenza del capitalismo che globalizza i suoi profitti condannando gli umani insieme a tutto il vivente allo sconvolgimento e alla miseria, portando con sé disgregazione delle comunità locali, militarizzazione dei territori e repressione violenta di ogni forma di opposizione.