MANIFESTO INDECOROSO

Una creatura si aggira per le strade della nostra città. Preti, governi e fascisti di ogni genere si sono alleati in una santa crociata contro di lei.
L’entità ha la faccia coperta ma non si nasconde. Il suo volto è coperto ma non ha paura perché sa una cosa: che le strade sicure le fanno le persone che le attraversano e non le divise o le telecamere. E oggi siamo in tanti, tante, tantu.
Gli occhi della creatura brillano attraverso il passamontagna. Lo sguardo provoca e sfida chi la preferirebbe remissiva, decorosa, rassicurante, magari vendibile sugli scaffali del supermercato o dentro un’urna elettorale, con un bell’arcobaleno per qualche quattrino o voto in più.
L’entità si aggira per queste strade e non vuole più essere legittimata, venduta, difesa da un ordine opprimente fatto di controllo e repressione. Vuole godere e far godere.
Il suo corpo è fluido e si snoda libero come il corso di un fiume, come lo scorrere delle sue acque e sfugge le categorie di chi vorrebbe incasellarla per sempre in un ruolo. Il suo corpo liquido non si lascia intrappolare e brilla al sole: favoloso, sinuoso, sfavillante, come le spire di un serpente.
Un serpente che non striscia ma fa bella mostra di sé: dei suoi tacchi a spillo, dei suoi peli, della sua ciccia, del suo corpo non produttivo, non conforme. 
Le mani della creatura si alzano a strappare i confini e le frontiere che ogni giorno dividono e uccidono. Nel Mediterraneo, in montagna. Nei ghetti dei raccoglitori di frutta e pomodori, nei cantieri dove la sicurezza è un lusso.
Le frontiere che sono ovunque in mezzo a noi: nelle leggi sul decoro che cacciano i poveri dai luoghi pubblici, nelle leggi sulla proprietà che negano una casa a chi non ce l’ha. Le frontiere tra i generi, che piegano i corpi e le soggettività erranti alle regole della famiglia, che ingabbiano le relazioni, fissano i ruoli, negano la possibilità di percorsi individuali fuori dal reticolo patriarcale, statale, religioso.
La creatura si aggira per le nostre strade e non ne vuole più sapere di un mondo diviso tra sommersi e salvati, tra cittadini e stranieri. Tra individui che sono maschi perché forti, violenti, ambiziosi. E persone che sono femmine perché hanno la possibilità e l’obbligo di sfornare figli, essere amorevoli, umili e sentimentali.
La creatura ha molte braccia e le sue mani stringono bottiglie piene di fiamme, speranze, desideri, rabbia. Rabbia per Cloe e per tutte le sorelle uccise, stuprate, molestate e vessate dalla violenza di chi ha incatenato ogni soggetto a un compito prestabilito fin dalla nascita. La sua rabbia esplode e divampa contro chi ci dice che ce la siamo cercata, che i nostri vestiti non erano appropriati. Contro chi vuole privarci della possibilità di decidere sul nostro corpo. Decidere come, quando e se avere dei figli. Decidere chi e come amare. Un incendio liberatore contro i molestatori che festeggiano una menzogna chiamata patria, tra un bicchiere di vino e una violenza sessuale. 
La creatura ha zampe di animale ma non vuole più essere carne da macello, non vuole più sentirsi come un pezzo di carne, come un oggetto inerte perché è un essere vivente, senziente. Non vuole più essere una macchina riproduttiva ma una scrofa, una cagna, una vacca libera.
Una creatura si aggira per le strade della nostra città. Non è uno spettro. È la lotta frocia, queer e trans-femminista: contro chi ci impedisce di costruire le nostre vite in autonomia. È una lotta che vuole fare macerie di questa società patriarcale e violenta fatta di esclusione, sfruttamento, massacri e guerre. Che vuole fare macerie di tutto questo perché ha braccia forti per ricostruire. Perché un mondo nuovo lx batte in petto. Un mondo fatto di libera sperimentazione, autogestione e mutuo appoggio. Un mondo che sta crescendo in questo stesso momento davanti ai vostri occhi.
Il primo pride è stato una rivolta. E ora? Rivoluzione.

CHIAMATA INTERGALATTICA @ ASTI

Sabato 16 luglio vieni al Pride unisciti alla Spezzona riprendiamoci le strade!

Il 16 luglio ci sarà il secondo Pride della storia della città di Asti. Al primo Pride abbiamo partecipato in modo critico e indecoroso, sfilando per le strade cittadine con la nostra Vulvatrix in testa e con lo striscione di apertura “fuori preti e governi dalle nostre mutande!”. 
Quest’anno torneremo in strada (più mostruosx ed indecorosx che mai), portando con noi tutta la forza dell’intersezionalità e delle lotte che ci hanno unito in questi anni: lotteremo contro la monociseteronormatività e contro ogni galera e frontiera” che intrappoli le nostre vite. Per l’abbattimento dei Cpr e contro l’omolesbobitransfobia. Per l’abolizione del controllo e dello sfruttamento dei corpi non conformi, non produttivi e non riproduttivi. Contro lo specismo e l’annientamento del vivente operato dall’economia capitalista. Per combattere la cultura dello stupro e il machismo presenti in ogni ambito della società. Contro l’abilismo, la grassofobia e la psichiatrizzazione dei nostri percorsi di autoderminazione. 
Non vogliamo essere legittimatx né protettx, rifiutiamo il vostro paternalistico ordine e la vostra soffocante sicurezza fatta di sbirri e telecamere. Le strade sicure le fanno le frocie che le attraversano con orgoglio e sorellanza e non le divise o  le adunate di alpini che prendono d’assedio le città in un tripudio di violenze a sfondo sessuale, machismo e vomitevole retorica patriottica.  
Non “invaderemo la città pacificamente”. Scenderemo in strada con rabbia, perché vogliamo vendetta per Cloe e per tutte le sorellx uccise, stuprate, molestate e vessate dalla violenza ciseteropatriarcale, sui posti di lavoro, nelle scuole, nelle strade e nelle famiglie.
Rivendichiamo l’autonomia sui nostri corpi e sulle scelte che ci riguardano, a partire dalla transizione di genere fino all’aborto, pratica che è sempre più difficile ottenere in sicurezza e gratuitamente. Negli USA a fine giugno la corte suprema ha invalidato la sentenza Roe vs Wade e, come conseguenza, 14 stati entro poche settimane aboliranno ogni possibilità di abortire e decine di milioni di persone rimarranno senza possibilità di interrompere un’eventuale gravidanza in modo sicuro. In Europa Polonia, Ungheria, Malta, Monaco, Lichtenstein, Slovacchia e Turchia pongono restrizioni severe all’aborto, in Italia l’obiezione di coscienza lo rende di fatto difficile da ottenere e spesso le persone che ne fanno richiesta sono bersaglio di violenza da parte dei gruppi pro-life.
Questo non è che l’ennesimo attacco patriarcale alla nostra autonomia e autodeterminazione, reso possibile dal patriarcato di stato e dalla tanto osannata democrazia. Fintanto che le nostre libertà saranno alla mercé di politicanti, giudici e polizia ci sarà sempre qualcuno pronto a portarcele via.
Il 16 luglio scenderemo in strada, non per mostrarci decorosx e rassicurantx, ma per scuotere la vostra presunta normalità oppressiva e violenta. Vogliamo riappropriarci della rabbia e rivendicarci la carnevalata, il cattivo gusto e la provocazione. Vogliamo dare espressione a tutte le soggettività invisibilizzate e cancellate dalla normatività dominante, dare voce: alla bisessualità, all’asessualità, al transito tra i generi, all’aromanticismo, alle non monogamie etiche… Perché non vogliamo lasciare nessuno indietro, perché vogliamo essere liberx di autodeterminarci oltre ogni genere e confine. Scenderemo in strada per creare spazi in cui ognunx possa esprimersi fuori dal modello eterocispatriarcale. Vogliamo vivere la nostra esistenza fuori da ogni binarismo, genere e confine preimpostato. Le nostre vite le costruiamo noi, saremo favolosamente mostrx, frocix e dissidentx.
 
no sbirri arcobaleno 
no politicanti
no rainbow washing 
lgbtqiacab <3 

PRIDE – LABORATORIO ARTISTICO!

DOMENICA 19 GIUGNO, h 15:30.
Parte il laboratorio creativo al boschetto dei partigiani per prepararsi al Pride di Asti del 16 Luglio.
Attrezzatevi di idee che potranno essere realizzate con la CARTAPESTA.
Questa richiede un piccolo contributo:
– CARTA: giornali (non plastificati), carta igienica, fogli riciclabili.
– COLLA DI FARINA: farina.
– FILO DI FERRO / RETE METALLICA FINE.
– TEMPERE.
Portate ciò che volete!
Lo spazio è libero e può essere occupato da ogni forma artistica che vorreste portare con voi.

QUESTO NON È AMORE

Giovedì 9 giugno @ Alba, Piazza Elvio Pertinace H 19

Insieme a Non Una Di Meno Alba chiacchieriamo con Sted, autrice di Questo non è amore, fumetto autoprodotto e autobiografico.

Nel libro Sted ripercorre la relazione col suo ex ragazzo, un ragazzo ‘normale’, un ragazzo violento, senza fare sconti neanche a se stessa e mostrando le varie facce della violenza di genere: psicologica e fisica, primaria e secondaria. Nessun ‘raptus’, nessun ‘gigante buono’, niente ‘gelosia accecante’ o ‘troppo amore’, bensì la facilità con cui si può cadere in una relazione violenta, perchè un violento non gira col marchio: “Violento” in fronte, e dall’altra parte l’enorme difficoltà ad uscirne, in una società dove nessuno è disposto ad ascoltare la vittima e schierarsi dalla sua parte, generando un loop infinito di violenza, angoscia e colpevolizzazione della vittima; una società che sceglie deliberatamente di ignorare, finanche giustificare, il ‘bravo ragazzo’ che saluta sempre e che, al contempo, ritiene di poter decidere come e se una donna debba vivere: questo ci mostra Sted, col suo tratto graffiante, evidenziando, tavola dopo tavola, come e perché la violenza di genere ci riguardi davvero tutte e tutti e che chi resta indifferente è inevitabilmente parte del problema. Questo libro ti impone di fare i conti con la tua fetta di responsabilità, iniziando col non voltarti (più) dall’altra parte.

BOSCHETTO AUTOGESTITO

Venerdì 3 giugno aperitivo al boschetto dj set + jam session

La prima delle tre iniziative che si terranno al boschetto dei partigiani nel mese di giugno organizzate dall’assemblea del boschetto tenutasi il 20 maggio scorso.

DJ SET + JAM SESSION

porta ciò che vuoi suonare!

CIBO VEGAN E BEVANDE

portati piatto e bicchiere!

ZANZARE COPIOSE – occhio!

questo spazio è sicuro nella misura in cui ce ne prendiamo cura: se noti o subisci situazioni sgradevoli, molestie o altra merda attira l’attenzione, vieni al bar, non sei solx e possiamo gestire insieme la situazione

NO FASCX – BULLX – OMOFOBX – RAZZISTX

Prima Assemblea Autogestione Boschetto

Venerdì 20 maggio come Laboratorio autogestito la Miccia abbiamo indetto un’assemblea aperta al Boschetto.

L’appuntamento voleva essere un tentativo di dare continuità a un percorso di lotta iniziato da qualche anno e culminato il 25 aprile con il corteo antimilitarista che ha rumorosamente attraversato le strade di Asti. Quell’evento si era concluso proprio in questo parco cittadino: negli anni trascurato dalle varie amministrazioni comunali e recentemente oggetto di tentativi securitari (proposte di ronde, chiusure notturne e telecamere), nonché di passeggiate elettorali varie.

La risposta al nostro appello è stata ottima e un buon numero di persone ha partecipato proponendo molte iniziative che stiamo progettando tutt* insieme e che si svolgeranno durante l’estate. Si è proposto di riproporre queste assemblee a cadenza mensile e di creare – attraverso gli eventi benefit che saranno proposti – una cassa solidale per continuare a far vivere il parco.

Perché questa è la nostra convinzione: che le strade sicure le facciano le persone che le attraversano, che i luoghi si possano sottrarre all’abbandono solo se ci si lavora insieme, dal basso, in modo orizzontale, condiviso e responsabile. A breve seguirà locandina con gli eventi che si svolgeranno a partire da giugno.

Per il momento un grazie a tutte le persone che hanno voluto condividere con noi la loro voglia di lottare per un Boschetto libero e autogestito! A presto!

Sui fatti di Rimini all’adunata degli Alpini

Durante la 93ª adunata degli alpini che si è svolta a Rimini e San Marino tra il 5 e l’8 maggio si sono verificati decine e decine di casi di molestie verbali e fisiche contro donne. Oggetto di queste aggressioni sono state lavoratrici, passanti, residenti, turiste che hanno avuto la sfortuna di incrociare sul loro percorso l’adunata militarista. Le segnalazioni che Non Una Di Meno sta raccogliendo sono inequivocabili e non sono certo una novità: dopo ogni adunata degli alpini le testimonianze arrivano a centinaia.
Le istituzioni si affrettano come sempre ad una compatta levata di scudi in difesa del buon nome del corpo degli alpini. “È solo goliardia, i valori degli alpini sono ben altri, è colpa delle mele marce… fino al virtuosismo di arrampicata sugli specchi che incolpa gli “infiltrati” che dotatisi abusivamente di cappello con la piuma si sarebbero approfittati della situazione. 
Una giustificazione che – pur nel ridicolo – palesa esattamente uno dei problemi: le adunate degli alpini sono il contesto perfetto in cui i valori del patriarcato sono talmente forti ed accettati che anche i semplici simpatizzanti si sentono legittimati e al sicuro ad agire con violenza nei confronti delle donne.
Basterebbe avere il coraggio di chiedersi il perchè. La cultura patriarcale della forza fisica, della violenza, della supremazia dell’uomo etero e cis è la base fondante di ogni corpo militare. Ogni contesto militare poggia le fondamenta su valori culturali intrisi di machismo, esibizione muscolare ed esaltazione della violenza. Valori che si palesano massimamente negli scenari di guerra come espressione estrema del patriarcato: basti pensare allo stupro come arma universale di terrore e conquista nei territori di guerra, un’arma per nulla casuale e mai ignorata nell’arsenale bellico di ogni esercito.
Ma c’è di più, perchè gli alpini non sono solo un corpo militare attivo negli scenari di guerra al servizio dello stato italiano. Agli alpini è riservato nell’immaginario comune anche un ruolo civile e sociale di soccorritori, aiuto durante le grandi emergenze come terremoti o alluvioni e, grazie al capillare associazionismo che riempie città e paesi, anche di animatori di feste e sagre. Un ruolo ancora una volta estremamente caratterizzato in modo patriarcale e paternalista. Come se non bastasse sono coinvolti anche nella gestione della sicurezza pubblica nelle città, come per l’operazione orwellianamente chiamata Strade Sicure (e chiedetelo alle donne quanto sono sicure le strade piene di alpini).
Come donne, individualità non conformi e uomini impegnatx nella lotta transfemminista vediamo molto chiaramente queste connessioni. Le adunate degli alpini sono la celebrazione in contesto civile di un corpo armato dell’esercito, un raduno di persone che innneggiano – più o meno consapevolmente – a professionisti della guerra. Persone a cui tutto è concesso e perdonato perchè attorno al cappello con la piuma è stato propagandato nel tempo un mito di bonarietà che li dipinge come militari sì, ma quelli buoni, patriottici, persino associati, da una certa sinistra, alla figura dei partigiani. 
Vediamo chiaramente come gli alpini non si discostino di un millimetro da questo modello, anzi di come lo rivestano di un velo di folklore che lo rende ancora più pericoloso in quanto socialmente più accettabile. Adunata dopo adunata ce ne danno prova creando un contesto di costante e ripetuta minaccia alle donne, militarizzando le città e rendendole impossibili da attraversare in sicurezza per tutte le donne e le individualità che si discostano dal ruolo imposto dei generi.
Crediamo fortemente che le lotte transfemministe e antimilitariste non possano essere separate, e anzi si debbano rafforzare a vicenda attraverso la critica, l’analisi, la partecipazione collettiva e la costruzione dal basso di una resistenza. Vogliamo resistere al patriarcato e alla retorica militarista che si sta rafforzando giorno dopo giorno.  
Qui ad Asti poco più di un mese fa si è celebrato il centenario della sezione astigiana, tre giorni in cui le penne nere hanno invaso il centro cittadino installando pure una cittadella militare. In quell’occasione non siamo rimast* in silenzio, siamo sces* in piazza, abbiamo contestato la presenza militare in città e le loro celebrazioni guerrafondaie! I fatti di Rimini ci spingono ancora di più ad opporci con tutte le nostre forze alla presenza militare nelle nostre città.
Patriarcato e militarismo sono due elementi inscindibili. Non si può combatterne uno, difendendo l’altro. Non sono mele marce. È la pianta che è da abbattere.

BOSCO DEI PARTIGIANI – APERITIVO E ASSEMBLEA PUBBLICA

Il corteo del 25 aprile di quest’anno è terminato al bosco dei partigiani. La scelta non è stata casuale. Il boschetto da diversi anni è un vero e proprio laboratorio di sperimentazione e gestione dal basso di questo pezzo di città.

Numerosi eventi e iniziative, portate avanti da diverse realtà, hanno dimostrato come la messa in sicurezza di un luogo dipenda dalla capacità delle persone di attraversarlo, con la propria creatività, la propria voglia di mettersi in gioco e di lottare. A nulla serve l’introduzione di telecamere o di ronde di polizia se un posto non è vissuto quotidiamente da una collettività che se ne prende cura responsabilmente e dal basso.

In questa ottica resistere alle paranoie securitarie, respingere le passeggiate elettorali di chi si ricorda dei problemi della città ogni cinque anni, diventa un’esigenza vitale, per aprire spazi dove poter fin da subito sperimentare logiche diverse da quelle del consumismo, della delega, del bieco e feroce egoismo personale.

Per far sì che l’autogestione e la cura del boschetto continui invitiamo tutte le individualità e le realtà interessate alle sorti di questo luogo per un aperitivo + assemblea, per immaginare e progettare insieme le prossime iniziative.

VENERDÌ 20/5 H19:00

Bosco dei partigiani (anfiteatro)

ASSEMBLEA + APERITIVO

Incontriamoci

Organizziamoci

Per un boschetto dei partigiani libero e autogestito!

DISERTORI DELLE VOSTRE GUERRE – PARTIGIANI SEMPRE!

Grazie a tuttu per la bellissima giornata di ieri. Ci auguriamo che possa essere l’inizio di un percorso di lotta insieme.


Corteo antifascista contro tutte le guerre e contro tutti gli eserciti, solidali con tuttx lx disertorx.

Partenza da Piazza del Cavallo nei pressi della casa del partigiano anarchico e disertore Tartaglino, per arrivare al boschetto dei Partigiani, dove la giornata continuerà con vari dj set, banchetti, distro e Bar.

ASSEMBLEA ANTIFA ASTI


TESTO DEL VOLANTINO DISTRIBUITO
L’Italia è in guerra: 40 missioni militari che vedono impegnate le truppe italiane in Europa, Africa e Medioriente. Ben 18 di queste operazioni sono concentrate in Africa nel triangolo che va dalla Libia al Sahel sino al golfo di Guinea. Sono lì per fare la guerra ai migranti diretti in Europa e per sostenere gli interessi estrattivi dell’ENI. Il conflitto imperialista tra la NATO, che mira a continuare l’espansione ad est e la Russia che – dopo decenni di arretramento – ha deciso di passare al contrattacco, ha dato ancora più forza alla retorica militarista. Truppe italiane sono attualmente schierate in Lettonia e Romania, a ridosso del conflitto ucraino. Dall’inizio dell’invasione russa abbiamo assistito alla messa in scena di un “pacifismo armato”, chiaramente schierato con uno dei due imperialismi che si stanno sfidando sulla pelle di chi vive in Ucraina ed è costretto
ad affrontare morte, bombe, paura e coscrizione obbligatoria. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza. In questo modo è stato possibile inviare armi in Polonia per il governo Zelensky e aumentare la già folle spesa militare del nostro Paese. Essere partigiani oggi significa rifiutare di farsi arruolare in questo scontro, contrastare l’invio di armi al governo ucraino, lottare per il ritiro di tutte le missioni militari all’estero, lottare contro tutte le frontiere, complici con tutte le persone in viaggio sia che scappino da una guerra o che cerchino una vita diversa, contro la spesa bellica e per l’impiego di risorse in quello di cui davvero c’è bisogno: ospedali, scuole, trasporti. Essere partigiani, oggi come allora, significa anzitutto essere disertori. Come fu Giacomo Tartaglino: partigiano anarchico nato a Mongardino nel 1878. Egli fu in gioventù disertore della Prima Guerra mondiale e aiutò centinaia di disertori come lui a trovare rifugio in Svizzera. Tale attività gli costò una condanna a morte in contumacia. Ritornato in Italia dopo amnistia, subì per lunghi anni la repressione fascista e le conseguenze disastrose dell’imperialismo mussoliniano. Nel luglio del ’44, prese le armi e andò in montagna fra i garibaldini, con il nome di battaglia “Nedo”. Nel dopoguerra aderirà alla neonata Federazione Anarchica Italiana (FAI), facendosi promotore del gruppo “Pietro Ferrero”, con sede in via Mazzini 6.
La memoria di partigiani come Tartaglino non sta nelle stantie commemorazioni istituzionali. Non sta a fianco degli esponenti di partiti che fino a ieri leccavano il culo a Putin e oggi piangono per la guerra. Non sta a fianco dei
guerrafondai che si oppongono alla guerra spedendo armi. La Resistenza vive nelle lotte di chi oggi combatte le cause reali della guerra, con chi pratica forme di antimilitarismo attivo: nei porti, contro le fabbriche d’armi, contro le basi militari. Per un mondo senza frontiere. Per una solidarietà senza confini.

Quando diciamo che la guerra parte da “casa nostra” non scherziamo. Questo è un convoglio passato proprio dalla nostra stazione, non sappiamo qual era la sua destinazione, ma sappiamo per certo che sono mezzi che andranno in uno scenario di guerra!
Quest’anno la spesa sanitaria è diminuita di 5 miliardi di euro, le spesa militare e gli investimenti sulle armi non accennano a diminuire, se vogliamo opporci alle guerre dobbiamo ribellarci contro chi ci governa, allo Stato di emergenza bellico, all’aumento della spesa militare, all’invio di armi al governo Ucraino. Lottiamo per il ritiro di tutte le missioni militari all’estero, per la chiusura e riconversione dell’industria bellica, Per fermare le guerre non basta un no. Bisogna mettersi di mezzo. A partire dalla nostra città.
Lunedi 25 aprile ore 15:30 da piazza del Cavallo scendiamo in strada
Contro tutte le guerre !

CACEROLAZO ANTIMILITARISTA – Sab 9 Aprile H15

Il 9 Aprile come Assemblea antimilitarista siamo scesi in piazza contro le celebrazioni militariste per i cento anni della sezione alpini astigiana, abbiamo disturbato l’ammassamento in piazza san secondo con un cacerolazo. Tra interventi, cori e azioni di disturbo abbiamo cercato di spiegare l’assurdità di questa manifestazione. È da un mese che in piazza san secondo si incontrano associazioni, individui e collettivi che chiedono la pace e la cessazione del conflitto Russo – Ucraino, oggi in piazza Alfieri una “Cittadella Militare” è stata allestita per la tre giorni degli alpini.. come si fa a chiedere la pace e la fine delle guerre se permettiamo questo tipo di celebrazioni, se non diciamo nulla quando dei militari invadono letteralmente il centro delle nostre città?

Oggi un Cacerolazo rumoroso e rabbioso si è messo di mezzo alle celebrazioni degli alpini, ma l’opposizione contro tutte le guerre e a tutti gli eserciti in città non finiscono qui!
Il 25 Aprile attraverseremo in corteo la città in solidarietà a tutt3 i disertor3, contro tutte le guerre! Scendi in strada anche tu, fai girare la voce, opponiamoci a tutte le guerre!


Sab 9 Aprile H15 @ Corso Alfieri lato Unicredit – Asti

È passato poco più di un mese dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina. Dallo scoppio della guerra le piazze di mezzo mondo manifestano per la pace. Qui nella nostra città associazioni, gruppi e individui si incontrano in piazza san secondo tutti i sabati in nome della Pace e per la cessazione di tutte le guerre. Non possiamo rimanere indifferenti davanti alla notizia delle celebrazioni del centenario della sezione degli alpini astigiani che soppianteranno l’appuntamento mensile per la pace e occuperanno il centro storico con le loro celebrazioni militariste e con l’allestimento della “cittadella militare” in Piazza Alfieri.

Questo evento non è agghiacciante solo per il conflitto aperto in Ucraina, è agghiacciante per tutti i conflitti aperti dove l’Italia e il corpo militare degli alpini sono coinvolti, è agghiacciante perché davanti alle morti, alla violenza delle guerre e la volontà di alzare la spesa militare al 2% del pil (108 milioni di euro al giorno) nonostante la crisi e tutte le difficoltà economiche e psicologiche che le persone stanno affrontando dopo una pandemia durata due anni che ha completamente cambiato le nostre vite questi arrivano in città a celebrare la guerra!

Contro la cittadella militare in città
Contro le celebrazioni militariste
Contro tutte le guerre
CACEROLAZO!

Pentole, pentolini, cucchiai, mestoli, coperchi, fischietti, maracas! Porta con te qualsiasi oggetto che faccia rumore, guastiamogli la festa!

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